Il capo della diplomazia francese, il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian, ha dichiarato ieri davanti all’Assemblea nazionale che la giunta maliana ha per “soci unici” solo i mercenari del gruppo russo Wagner. Le dichiarazioni di Le Drian sono la risposta ufficiale del governo francese alla cacciata dell’ambasciatore di Parigi da Bamako, con la giunta militare che ha dato tempo fino a domani, al diplomatico, per lasciare il Paese africano.
Secondo i media francesi Le Drian, rivolgendosi ai membri dell’Assemblea nazionale in merito a un possibile ritiro dei soldati francesi della forza Barhkane dal Mali, ha aggiunto che la lotta contro i gruppi jihadisti proseguirà nel Sahel con “altri paesi” della regione. Il ministro ha poi aggiunto che “l’isolamento del Mali è tale che oggi ha come unici partner i mercenari di Wagner”. Dichiarazioni che sicuramente apriranno ad un nuovo scontro con la giunta militare a Bamako e susciteranno probabilmente, come già successo in passato, la reazione anche di Mosca.
La giunta militare di Bamako “porta i semi di una perdita di sovranità” in Mali, ha aggiunto il primo ministro francese Jean Castex, denunciando “una giunta che continua a moltiplicare sia le provocazioni che l’isolamento del Paese stesso”.
Dopo la decisione delle autorità maliane di cacciare l’ambasciatore francese in Mali, i toni si sono ulteriormente alzati tra Bamako e Parigi. “Non è un evento dovuto all’illegittimità di un governo golpista che ci farà fermare la nostra lotta al terrorismo”, ha affermato Jean-Yves Le Drian, ribadendo le sue osservazioni sull’”illegittimità” della giunta militare maliana di venerdì scorso, dichiarazioni che sono all’origine, secondo Bamako, dell’espulsione del diplomatico.
“La lotta al terrorismo proseguirà nel Sahel, con l’accordo degli altri Paesi della regione e a sostegno dei Paesi del Golfo di Guinea, minacciati anche dal jihadismo”, ha aggiunto Le Drian. Di fronte a una “giunta ostile, che minaccia anche di denunciare gli accordi bilaterali di cooperazione militare”, la Francia si data due settimane di tempo per pensare al proprio futuro in Mali e non solo, anche a quello con i suoi partner europei nel gruppo delle forze speciali dellla forza multinazionale Takuba.
In generale i parlamentari francesi hanno dimostrato e affermato il loro sdegno di fronte alla prova di forza di Bamako nei confronti di Parigi. Il deputato francese Jean Lassalle, un candidato alla presidenza francese alle prossime elezioni per il movimento Resist, ha descritto l’espulsione dell’ambasciatore come un “affronto diplomatico”: “Riguarda la nostra credibilità sulla scena internazionale”, ha detto.
Di altro avviso il comunista Jean-Paul Lecoq: “Nonostante il coraggio dei nostri soldati nel Sahel, l’esercito francese ha fallito” ha detto chiedendo il ritiro dei francesi: “I colpi di stato sembrano meno contestati della presenza francese” in Mali, ha aggiunto.