Mali, l’Ucraina smentisce la fornitura d’armi ai ribelli del nord

di claudia

L’Ucraina ha smentito ieri in tarda serata le notizie riportate da alcuni media internazionali secondo cui sarebbe stata coinvolta nella fornitura di droni ai ribelli che combattono nel nord del Mali. Il quotidiano francese Le Monde ha riferito nei giorni scorsi che i combattenti tuareg nel Paese dell’Africa occidentale utilizzano i droni ucraini con il sostegno “discreto ma decisivo” di Kiev contro l’esercito del Mali e il gruppo mercenario russo Wagner che combatte al suo fianco.

“L’Ucraina respinge con forza le accuse recentemente diffuse dai media internazionali sul presunto coinvolgimento del nostro Stato nella fornitura di Uav ai ribelli del Mali”, ha dichiarato il ministero degli Esteri ucraino in un comunicato, riferendosi ai veicoli aerei senza pilota. L’acronimo Uav (Unmanned Aerial Vehicle) restringe infatti la definizione di drone ai soli velivoli in grado di volare autonomamente o a distanza.

Il Mali, dove le autorità militari hanno preso il potere con colpi di Stato nel 2020 e nel 2021, sta combattendo un’insurrezione islamista che dura da anni, con pesanti combattimenti contro i ribelli tuareg in corso vicino al confine del Mali con l’Algeria.

Ad agosto, il Mali ha tagliato i rapporti diplomatici con l’Ucraina a causa dei commenti di Kiev secondo cui i ribelli avrebbero ottenuto tutte le informazioni “necessarie” per condurre gli attacchi che avrebbero ucciso decine di soldati maliani e combattenti Wagner nel nord del Paese.

La Russia, che negli ultimi anni ha intensificato gli sforzi per acquisire influenza in Africa, compreso il Mali, ha accusato l’Ucraina di aprire un “secondo fronte” contro la Russia sostenendo i combattenti negli Stati africani amici di Mosca.

Nei giorni scorsi, durante una conferenza stampa a Mosca, Maria Zakharova, potente portavoce del ministero degli Esteri russo, ha detto che tra il 25 e il 27 luglio “i militanti” (ndr, separatisti tuareg dell’Azawad) “hanno attaccato le unità dell’esercito maliano nella regione di Tinzaouaten nel nord-ovest del Paese” causando grandi perdite, anche tra gli ausiliari russi delle Forze armate maliane. Il portavoce della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino Andrey Yusov, pochi giorni dopo, aveva detto che Kiev era in qualche modo coinvolta nell’attacco.

“Ancora una volta richiamiamo l’attenzione sulla politica bifronte dell’Occidente. A parole, come potete vedere, sono preoccupati e inquieti, chiedono sforzi congiunti per combattere la minaccia terroristica, in particolare in Africa. Ma in realtà evitano di condannare Kiev, che è pronta a colludere con gruppi radicali per danneggiare i Paesi africani amici della Russia”, ha detto Zakharova, che ha parlato di “natura terroristica di Kiev”.

Secondo Zakharova, che citava gli ultimi resoconti delle autorità maliane, è in corso un’indagine “sulla natura della cooperazione tra le autorità di Kiev e le organizzazioni terroristiche che operano sul territorio della regione del Sahara-Sahel”.

Il 20 agosto, le autorità di Burkina Faso, Mali e Niger hanno inviato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres condannando l’aperto sostegno dell’Ucraina al terrorismo internazionale, in particolare nella regione del Sahel. Il Mali e in seguito il Niger hanno annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ucraina a causa del suo presunto sostegno ai terroristi.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha dichiarato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite che la cooperazione dell’Ucraina con le organizzazioni terroristiche in Mali e in altri Paesi è stata dimostrata.

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