Almeno otto caschi blu della Missione delle Nazioni Unite in Mali (Minusma) sono stati feriti ieri dopo che il veicolo sul quale viaggiavano ha colpito un ordigno esplosivo improvvisato a Ber, nella regione di Timbuktu, nel nord del Mali. Lo si apprende da un tweet della stessa Minusma.
Domenica un peacekeeper del contingente guineano della Missione Onu in Mali è morto in seguito all’esplosione di una mina mentre partecipava a un pattugliamento di sicurezza a Kidal, nel nord del Mali.
La Minusma ha perso 258 peacekeepers in nove anni, dal suo arrivo nel Paese nell’aprile 2013. Lo ha riferito a maggio, a Bamako, il capo della forza Onu, El-Ghassim Wane. Il bilancio sale quindi a 259.
“La Minusma ha lo sfortunato privilegio di essere la più pericolosa tra le operazioni di pace delle Nazioni Unite”, aveva dichiarato il capo della Missione, che è anche il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite. Wane aveva affermato che le forze di pace sono presenti in Mali con “nessun’altra ambizione se non quella di contribuire alla costruzione della pace” alla quale i maliani stanno lavorando con “notevole resilienza”.
Dal 2012 il Mali è sprofondato in una crisi di sicurezza che il dispiegamento di forze straniere non è riuscito a risolvere. Il 7 giugno 2021, Assimi Goita ha giurato come presidente della transizione in Mali, che avrebbe dovuto riportare i civili al potere. Il 6 giugno 2022, la giunta al potere a Bamako si è data tempo fino al marzo 2024 prima di cedere il potere ai civili, fissando per decreto la durata del periodo di transizione a due anni (dal 26 marzo).