L’esercito maliano e i contractors del gruppo russo Wagner sono stati nuovamente accusati di gravi abusi. Questa volta nel Mali centrale dove decine di persone sarebbero state giustiziate la scorsa settimana durante diverse operazioni di sicurezza distribuite su tre giorni nel cercle di Niono, nella regione di Ségou.
Lo riferisce Radio France Internationale (Rfi) citando “numerose fonti locali”: rappresentanti delle comunità, eletti locali, residenti comuni o osservatori in servizio di sicurezza secondo cui tra mercoledì 22 e venerdì 24 novembre sono state uccise tra le quaranta e le sessanta persone. Tra di loro c’erano pastori che pascolavano i loro animali, contadini che tornavano dai campi, donne, bambini e anziani. Sono state segnalate esecuzioni sommarie senza interrogatorio e corpi crivellati di colpi o bruciati.
Le località interessate sono Winde Tireje, Nambo, Toladje, Belel e numerosi accampamenti e frazioni, per lo più Fulani o Bella – una casta che discende dal popolo Tuareg – che costeggiano la strada tra Goma Koura e Nampala.
Secondo tali fonti i principali responsabili sarebbero gli uomini del gruppo Wagner. Alcuni hanno riferito a Rfi anche la presenza delle forze armate maliane (Fama) in questi raid, mentre altre sostengono che i soldati maliani stiano cercando di contenere in qualche modo gli ausiliari russi.
Contattato dall’emittente francese, l’esercito maliano non ha risposto. Nelle sue dichiarazioni ufficiali, l’esercito ha menzionato solo un attacco aereo su una foresta a sud della città di Sokolo.
In un messaggio audio di propaganda diffuso lunedì e ripreso da Rfi, il Groupe de soutien à l’Islam et aux musulmans (Jnim), legato ad al-Qaeda, ha riferito di questa serie di esecuzioni di “civili” attribuite “all’esercito maliano e a Wagner”.
Il cercle di Niono è da anni un’area attiva per i jihadisti della Macina Katiba di Jnim, che con le armi costringono interi villaggi a seguire le loro regole, compiono attentati e piazzano mine spesso fatali per le pattuglie dell’esercito maliano.
Le fonti contattate da Rfi non contestano la necessità di una presenza militare, ma denunciano l’aumento delle atrocità, in particolare da parte dei Wagner e soprattutto contro la comunità Peul. Dal marzo 2022, sono state scoperte diverse fosse comuni nel cercle di Niono, e le testimonianze delle vittime, che condannano l’esercito maliano e i suoi ausiliari Wagner, sono state pubblicate da Rfi, da altri media e da diverse organizzazioni per i diritti umani.