Circa 1.500 sfollati interni sono stati registrati durante gli scontri in corso tra i movimenti armati che hanno firmato l’accordo di pace e un gruppo terroristico affiliato a Daesh nella regione di Ménaka, nel nord del Mali. Lo ha detto Mohamed Touré, rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) in Mali e responsabile del coordinamento umanitario.
“Abbiamo elencato quasi 1.500 persone che sono state sfollate, la stragrande maggioranza delle quali si trova ora in una situazione precaria, in particolare nelle località di Andéramboukane, dove abbiamo 100 famiglie, cioè quasi 600 persone. Abbiamo anche identificato 70 famiglie a Inékar, cioè 420 persone, e infine 480 persone a Iguizragane”, ha precisato Touré.
Il rappresentante dell’Unhcr in Mali ha aggiunto che “queste persone hanno bisogno di protezione”, spiegando che “la prima priorità è garantire che le persone sfollate siano protette nel luogo in cui hanno cercato rifugio”.
Dall’8 marzo sono scoppiati violenti combattimenti tra la coalizione formata dal Movimento per la salvezza dell’Azawad (Msa) e il Gruppo di autodifesa tuareg Imghad, da un lato, e un gruppo terroristico affiliato a Daech, dall’altro, nelle località di Tamalate, Inchinanane e Andéramboukane, nella regione di Ménaka, nel nord del Mali, dopo l’assassinio di Oumar Ag Mohamed, un ufficiale del Msa, da parte di individui armati non identificati nella località di Tamalat, al confine con il Niger.
Tali scontri sono stati stigmatizzati dalla la Missione di stabilizzazione integrata multidimensionale delle Nazioni unite in Mali (Minsuma), che ha deplorato il deteriorarsi della sicurezza e la morte di molte persone. “Minusma deplora la morte di molte vittime durante gli scontri tra gruppi armati a Tamalat nei giorni scorsi”, si legge in un tweet della Missione Onu.
La Minusma ha inoltre precisato che “i partner umanitari hanno iniziato a fornire assistenza agli sfollati” sottolineando che “in supporto e in coordinamento con le Forze di difesa e sicurezza maliane, la Minusma ha intensificato i suoi pattugliamenti per mettere in sicurezza le popolazioni nell’area di Menaka”.