Mali, polemiche e interrogativi su presenza di militari ivoriani

di claudia
soldati

Sta alimentando da un paio di giorni polemiche e interrogativi, in attesa di un comunicato ufficiale dei vertici militari ivoriani, la vicenda dei 49 militari ivoriani arrestati all’aeroporto internazionale di Bamako domenica e considerati “mercenari” con oscuri disegni di destabilizzazione da parte della giunta militare maliana.

La faccenda ha alimentato voci di presunto possibile tentato golpe contro il regime militare maliano e ha scatenato molte reazioni sulla presenza di presunti “mercenari”. Una versione di fatto smentita dal portavoce della missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Mali (Minusma), Olivier Salgado: più passano le ore e più sembra infatti confermarsi l’ipotesi di un problema di tipo amministrativo che riguarda il cambio di guardia, tra un contingente e un altro, del National support element (Nse), ovvero militari a sostegno della Minusma stessa.

“Gli elementi di supporto nazionale sono personale nazionale schierato dai Paesi che contribuiscono alle truppe, a sostegno dei loro contingenti. Questa è una pratica comune nelle missioni di mantenimento della pace. Non sono conteggiati come personale Minusma. Le rotazioni dei contingenti Minusma sono pianificate e ed eseguite in accordo con le autorità maliane. Secondo le nostre informazioni, il cambio del 10 luglio sarebbe stato preventivamente comunicato alle autorità nazionali. Stiamo lavorando affinché le rotazioni dei contingenti provenienti dall’Africa occidentale, in ritardo per la mancanza delle necessarie autorizzazioni, possano avvenire al più presto”, scrive Salgado.

La Minusma è il contingente più costoso delle Nazioni Unite, con un budget per l’esercizio 2021 di 1,18 miliardi di dollari. Il giornalista Matteo Malliard pubblica su Twitter un documento, timbrato e firmato dalle autorità ivoriane, che annuncia la sostituzione del 7° reggimento Nse in Mali il 10 luglio, da parte di uomini guidati dal tenente Kouassi Adam Sanni, delle forze speciali.

Bamako sostiene invece di non essere stata al corrente e che sono atterrati due velivoli della compagnia privata tedesca Sahel Aviation Service, (che lavora per la missione dell’Onu, Minusma), uno con uomini e altri con armi e munizioni, senza giustificativo. I 49 militari sono stati arrestati dalle forze di sicurezza dell’aeroporto, e, sospettati di complottare un’azione pericolosa per l’integrità e la sicurezza nazionale, sono stati affidati alla giustizia. Sui social, intanto, cominciano a moltiplicarsi gli appelli alla loro liberazione.

“Cos’è questa barzelletta che insulta l’intelligenza dei maliani? Persino il più stupido del mercenario non sarebbe sbarcato all’aeroporto pieno di armi in un Paese che intende destabilizzare”, è insorto l’ex ministro maliano Boubacar Karamoko Coulibaly, avvocato dell’ordine di Bamako, in una nota citata dall’ufficio d’informazione delle forze armate ivoriane.

In attesa della versione ufficiale della Costa d’Avorio, il cui presidente Alassane Dramane Ouattara è considerato uno dei principali alleati di Parigi nella regione dell’Africa occidentale, alcune fonti militari anonime citate da alcuni media denunciano che si tratta di una manipolazione di informazioni, da parte maliana, per creare un sentimento di unità nazionale attorno a falsi pretesti.

Il caso ricorda quello dei soldati danesi: lo scorso gennaio sono arrivati in Mali come parte della forza Takuba, seguendo le consuete procedure. Le autorità maliane avevano ritenuto le procedure non  più sufficienti a garantire il loro “consenso” e avevano costretto i soldati danesi a tornare a casa. 

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