La cantante maliana Rokia Traoré, arrestata in Italia sei mesi fa ed estradata due settimane fa in Belgio, si è presentata ieri in udienza a Bruxelles, la prima da quando è stata trasferita. Vestita con un piumino nero smanicato, una fascia scura sui capelli corti e con i lineamenti piuttosto tirati, ammanettata con le mani dietro la schiena, ha parlato alla Corte con voce debole, abbastanza da costringere il presidente della Corte a chiedergli di alzare la voce.
“Non ho alcun problema a che si svolga un processo e si risolva la questione una volta per tutte” ha detto l’artista maliana. Il suo legale belga, Dimitri de Béco, ha detto alla Corte di avere la necessità di esaminare meglio le carte, per cui ha chiesto e ottenuto un rinvio all’8 gennaio prossimo. Tuttavia, fino a quella data Traoré dovrebbe restare detenuta in carcere: la Corte ha infatti rifiutato la richiesta di rilascio perché, come detto dal pubblico ministero, “temiamo il rischio di evasione”, come in effetti già successo nel 2020.
Protagonista con l’ex-marito Jan Goosens, noto regista, di un’aspra diatriba sulla custodia della figlia, nel 2020 Traoré è tornata in Mali fuggendo dalla giustizia francese e portando con se la figlia, per cui ieri l’avvocato dell’ex-marito ha detto “il mio cliente non vede sua figlia da cinque anni”. L’avvocato di Traoré ha chiesto l’apertura di un nuovo processo, in cui questa volta l’artista sarà presente, a differenza di quello che la vide condannata poi nel 2023 e che le ha causato l’arresto in Italia e l’estradizione in Belgio.
“Vorrei che anche mia figlia potesse vedere suo padre” ha detto l’artista maliana in Aula parlando alla Corte. A destra dell’aula giudiziaria, seduto in seconda fila, c’era anche Jan Goossens.
Traoré, 50 anni, è una delle cantanti più note in Africa occidentale e ambasciatrice di buona volontà dell’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr). In una dichiarazione all’agenzia Reuters, l’avvocata italiana dell’artista, Manuela Claudia Del Re, disse che “Rokia ha subito un’ingiustizia. È stata arrestata senza che la corte penale belga ascoltasse la sua voce”.
Traoré è stata arrestata il 20 giugno all’aeroporto di Fiumicino in base a un mandato di arresto europeo: è infatti stata condannata a due anni di carcere in Belgio nell’ottobre 2023, in relazione a una battaglia legale con l’ex-marito per la custodia della figlia. Secondo l’avvocata Del Re, la procedura belga contraddice i principi costituzionali italiani e le convenzioni internazionali poiché la condanna è stata pronunciata in contumacia.