Scontri a fuoco sono stati registrati in Mali, a Tessalit, tra l’esercito maliano e i ribelli del Cadre Stratégique Permanent (Csp). Lo riporta Radio France Internationale citando fonti sul campo e precisando che non sono state segnalate vittime. Secondo l’emittente francesi gli scambi sono avvenuti perché l’esercito maliano aveva appena fatto atterrare un nuovo velivolo nella località della regione di Kidal.
Stando a quanto dichiarato da fonti delle Nazioni Unite a Rfi, un aereo cargo dell’esercito maliano è atterrato sulla pista di Tessalit intorno alle 6,30 di ieri mattina. Si tratta di un aereo di grandi dimensioni, destinato principalmente al trasporto di attrezzature – armi, munizioni o veicoli – ma che può essere utilizzato anche per trasportare truppe. L’aereo dell’esercito maliano è partito molto rapidamente dopo il suo arrivo, intorno alle 6.45 del mattino, lasciando poco tempo per scaricare le attrezzature.
Contattati da Rfi, i ribelli del Csp hanno dichiarato che gli scambi di fuoco sono durati poco meno di un’ora e sono terminati intorno alle 7,20 del mattino. L’esercito maliano, da parte sua, non ha voluto fornire ulteriori dettagli, ma un comunicato diffuso in tarda mattinata ha confermato che “un aereo è stato colpito dai ribelli del Csp”. Secondo fonti Onu, Minusma non era stata informata dell’arrivo di questo volo militare maliano.
Un fatto già successo giovedì, quando due aerei hanno trasportato a Tessalit diverse decine di soldati maliani e ausiliari russi del gruppo Wagner facendo innervosire le forze di pace ciadiane di stanza a Tessalit e i ribelli del Csp, che hanno accusato la missione Onu di “complicità”.
La Minusma e l’esercito maliano condividono l’uso della pista d’atterraggio di Tessalit. Il campo dei soldati maliani è adiacente a quello dei Caschi Blu. La Minusma dovrebbe lasciare Tessalit a breve – inizialmente prevista per settembre, la partenza è stata poi annunciata per metà ottobre – come parte del suo ritiro totale dal Mali, che dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno.
L’esercito maliano ha già annunciato l’intenzione di riprendere il campo Onu di Tessalit, così come quelli di Aguelhoc e Kidal, roccaforte dei ribelli del Csp. I ribelli, da parte loro, ritengono che queste basi appartengano a loro, poiché si trovano in aree ufficialmente sotto il loro controllo al momento della firma dell’accordo di pace del 2015.
Nel fine settimana le Nazioni Unite hanno rilasciato una dichiarazione in cui esprimono la loro preoccupazione per gli ostacoli posti al processo di ritiro dal governo di transizione maliano, deplorando il fatto che “dal 24 settembre”, i convogli logistici della Minusma “non sono stati autorizzati a lasciare la città di Gao per raccogliere le attrezzature delle Nazioni Unite e dei Paesi contributori di truppe attualmente presenti ad Aguelhoc, Tessalit e Kidal”.
Il governo maliano sta apertamente esortando la Minusma a rispettare le scadenze, e la Missione è determinata a ritirarsi entro i tempi previsti, ma avverte che le difficoltà poste da Bamako potrebbero “avere un impatto significativo sulla capacità della missione di rispettare il calendario”.
Il 14 ottobre, il Csp ha preso possesso di alcuni avamposti vicino all’aeroporto di Tessalit, appena liberati dai Minusma. Questo non solo per impedire all’esercito maliano di occuparli, ma anche per cercare di prevenire l’arrivo di nuovi rinforzi Fama. Questo non ha impedito all’aereo cargo dell’esercito maliano di atterrare e decollare nuovamente questa mattina. “Perché gli accordi di sicurezza delle Nazioni Unite per la pista sono ancora in vigore”, ha detto a Rfi un funzionario del Csp.
Come Anefis, la città di Tessalit è stata svuotata dei suoi abitanti. Secondo diverse testimonianze locali, le famiglie stanno fuggendo dalla prospettiva di combattimenti tra la Fama e il Csp. Fuggono anche dall’arrivo degli ausiliari russi dell’esercito maliano. I combattenti del gruppo Wagner sono accusati di numerosi atti di violenza contro i civili durante la loro avanzata verso nord, come ad Ersane il 5 ottobre, dove 17 civili sono stati decapitati. Da allora sono stati segnalati altri casi, che Rfi precisa di non essere stata in grado di verificare.
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), tra le 40.000 e le 50.000 persone sono fuggite dalla regione di Kidal negli ultimi giorni e sono già arrivate in Algeria. Queste famiglie provengono principalmente da Anefis, Tessalit, Aguelhoc, Kidal e altre località del nord del Mali e sono distribuite tra Borj Madji Mokhtar, Tamanrasset, Tinzaouatène e Timyawen.
La Missione delle Nazioni Unite in Mali (Minusma) ha iniziato a ritirare le truppe dai campi settentrionali nella regione di Kidal, a partire dalle basi di Tessalit e Aguelhok. Lo riferisce la stessa Minusma in una nota nella quale viene specificato che seguirà il ritiro dal campo di Kidal.
“La Missione sta facendo tutto il possibile per completare questo processo il prima possibile, in un contesto di rapido deterioramento della situazione della sicurezza e di aumento dei rischi per la vita di centinaia di peacekeepers. Oggi, il personale della Missione è stato costretto a rifugiarsi in bunker a causa di uno scambio di fuoco a Tessalit”, si legge nel documento.
Tutte le parti, compresi il governo e i movimenti armati firmatari, hanno l’obbligo di garantire un ritiro sicuro e senza ostacoli del personale e delle attrezzature della Missione, ricorda Minusma.