di Céline Camoin
Non è passato inosservato alla politica maliana il termine previsto dalla giunta militare per la transizione del potere ai civili, un termine in seguito al quale non è cambiato nulla e i militari sono rimasti al potere. Diversi partiti politici maliani hanno denunciato, con diversi comunicati stampa, il silenzio delle autorità di transizione riguardo al calendario elettorale e da mercoledì sono in mobilitazione ufficiale. Lo si apprende dai comunicati stampa dei partiti politici.
Tra questi vi sono il Partito africano per la solidarietà e la giustizia (Pasj), il Raggruppamento per il Mali (Rpm), il Partito per il rinascimento nazionale (Parena), il Partito per lo sviluppo economico e la solidarietà (Pdes), Yelema (Cambiamento) e il Raduno del movimento 5 giugno delle forze patriottiche (M5-Rfp Mali-Kura).
I partiti Pasj e Parena hanno esortato le autorità a “fissare consensualmente un calendario per il ritorno all’ordine costituzionale” attraverso elezioni “libere, trasparenti e credibili” e hanno chiesto alle autorità di creare “condizioni di fiducia e sacra unione attorno al Mali e alle forze di difesa e sicurezza” per affrontare “le minacce e le sfide che affliggono il Paese, per liberare i prigionieri di coscienza e consentire il ritorno degli esuli politici”.
Il Pdes ha espresso le sue gravi preoccupazioni per la “mancanza di chiarezza riguardo alla traiettoria della transizione” e ha chiesto alle autorità di “rompere il silenzio e ad adoperarsi per il ritorno al normale ordine costituzionale”.
L’Rpm ha chiesto al presidente della Transizione, il colonnello Assimi Goita, di “mettere in atto urgentemente un nuovo meccanismo transitorio per il ritorno all’ordine costituzionale” entro sei mesi mentre i partiti M5-Rfp Mali-Kura e Ylema ricordano nei loro comunicati che questa è la seconda volta che il presidente della transizione e il suo governo non rispettano il loro impegno di porre fine alla transizione.
La durata della transizione in Mali era stata fissata a 24 mesi, come annunciato il 6 giugno 2022 dal ministro dell’Amministrazione territoriale e portavoce del governo, colonnello Abdoulaye Maiga. Il 18 agosto 2020 un colpo di Stato guidato dal colonnello Assimi Goïta, dopo numerose manifestazioni organizzate dal Movimento raggruppamento delle forze patriottiche del 5 giugno (M5-Rfp), ha defenestrato l’ex-presidente Ibrahim Aboubakar Keita. Bah N’Daw, colonnello in pensione ed ex ministro della Difesa, fu designato presidente della transizione, con il colonnello Assimi Goïta vicepresidente responsabile delle questioni di difesa e sicurezza. Il 25 maggio 2021 un nuovo cambio di governo ha poi portato a un secondo colpo di stato, noto anche come “colpo di forza”: il colonnello Assimi Goïta ha deposto Bah N’Daw e ha preso la guida del Paese.