I 49 militari ivoriani arrestati lo scorso 10 luglio a Bamako e detenuti per mesi in Mali con l’accusa di essere al servizio di progetti destabilizzanti per la giunta al potere sarebbero stati invitati a Bamako dal contingente tedesco della Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione del Mali (Minusma), forza dalla quale Berlino ha deciso di ritirare parte delle sue forze entro il 2024.
Lo scrive oggi l’emittente francese Rfi, citando documenti secondo i quali il 10 luglio i militari ivoriani sono stati trasportati in Mali su voli normalmente assegnati alle forze tedesche, probabilmente sulla base di un contratto che legava l’esercito ivoriano alla compagnia privata Sahel Aviation Service (Sas), gestore della sicurezza di un sito dell’aeroporto di Bamako assegnato alle forze del contingente tedesco.
Da luglio del 2019, infatti, sette contingenti ivoriani si sono succeduti a Bamako sulla base della firma di un memorandum d’intesa tra Abidjan e le Nazioni Unite sulla sicurezza e la logistica del sito aeroportuale maliano. Questi sette contingenti erano stati considerati come National Support Element (Nse).
Secondo Rfi ad aggiungere un tassello sulla stretta relazione esistente fra Costa d’Avorio e Germania nel caso, è il fatto che sarebbe stato ancora il contingente tedesco della Minusma di stanza all’aeroporto di Bamako a richiedere le carte d’identità dei 49 militari ivoriani – una lista all’interno della quale compaiono sia nomi tedeschi che ivoriani – così come su richiesta del contingente tedesco erano stati decorati i membri del precedente contingente ivoriano. Il riconoscimento era stato attribuito il 10 giugno, un mese prima della partenza per Bamako, proprio dal comandante della forza Minusma.
Rfi precisa anche che, appena arrestati, Abidjan ha affermato che i suoi 49 soldati erano Nse, elementi di supporto ai caschi blu della Minusma (comunicato del Consiglio di Sicurezza Nazionale del 12 luglio). La stessa Missione Onu lo aveva dichiarato l’11 luglio, per poi fare misteriosamente marcia indietro tre giorni dopo in una dichiarazione di un portavoce della sede Onu di New York trasmessa da Rfi il 14 luglio.
Fin dall’inizio del caso, la Costa d’Avorio aveva menzionato un contratto che legava il suo esercito alla società privata Sahel Aviation Service (Sas) che aveva poi specificato di essere “mobilitata” sul caso dei soldati ivoriani, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo Abidjan, il contratto riguardava la sicurezza e la logistica di un sito all’aeroporto di Bamako. Secondo fonti Onu citate dall’emittente francese, questo sito ospita l’Nse del contingente tedesco e non è gestito dalla Minusma.
L’inchiesta di Rfi rivela che nel giugno 2022, il contingente tedesco ha dichiarato alla Minusma che 471 soldati sostenevano le sue attività con lo status di Nse, senza specificare la loro nazionalità. Si tratta di un numero molto elevato, di gran lunga superiore ai 50 teoricamente autorizzati dalle norme Onu (“Policy on Nse” del 2015), salvo motivi eccezionali.
In una nota indirizzata alle autorità maliane, Minusma ha dichiarato a fine luglio di non essere a conoscenza di alcun contratto tra la Germania e terzi per la sicurezza dei suoi Nse di base a Senou (aeroporto di Bamako).
Contattate da Rfi, le Nazioni Unite non hanno né confermato né smentito tutte queste informazioni. Nella sua risposta, il quartier generale delle Nazioni Unite a New York ha affermato che “non sarebbe appropriato che le Nazioni Unite trasmettessero informazioni relative a questioni operative e amministrative interne e la relativa corrispondenza diplomatica con le autorità maliane e le autorità degli Stati membri che hanno contribuito con personale alla Minusma”. Le autorità tedesche – ambasciata a Bamako e Ministero della Difesa a Berlino – non hanno dato seguito alla richiesta, specifica Rfi.
Queste nuove informazioni confermano, secondo Rfi, che i soldati ivoriani arrestati, condannati e poi rilasciati sono arrivati in Mali come parte della Minsuma, ma con numerose irregolarità amministrative di cui né il contingente tedesco né la stessa Missione Onu si sono assunti la responsabilità. Almeno non pubblicamente. Il 14 luglio, quattro giorni dopo l’arresto dei 49 soldati ivoriani, il Mali ha sospeso tutti i voli Minusma. Questi voli sono stati ripresi solo un mese dopo, dopo che le autorità maliane avevano rivisto il protocollo che autorizzava le rotazioni tra le due parti.