Mali, un progetto per salvare le foreste del Paese

di claudia
Africa - Le foreste minacciate dallo sfruttamento

Il governo del Mali ha presentato l’alleanza produttiva per i Prodotti forestali non legnosi (Pfnl), un’iniziativa volta a strutturare il settore dei Pfnl e mettere mano al continuo declino delle risorse forestali del Paese. Lo si apprende da una nota ufficiale del governo di Bamako.

Negli ultimi decenni, il Mali ha assistito a un notevole degradarsi della sua superficie forestale. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura (Fao), nel 1990 le foreste rappresentavano il 13% del territorio del Mali, percentuale scesa al 10,9% nel 2022, con una perdita di oltre 20.000 chilometri quadrati di foreste. Un tempo seconda potenza forestale dell’area Ecowas, il Mali ha visto la sua posizione compromessa dal disboscamento non regolamentato e intensivo, dalla riforestazione insufficiente e dal fenomeno della desertificazione. Il ministero dell’Ambiente maliano stima che la deforestazione annuale raggiunga i 400.000 ettari ma, di contro, gli sforzi di riforestazione del governo faticano a salvaguardare 10.000 ettari all’anno. Inoltre, più del 90% delle famiglie nelle zone rurali fa affidamento su legna o carbone per cucinare, una pressione costante sulle risorse forestali e un’ostacolo alla rigenerazione naturale delle risorse forestali.

Per porre rimedio a questa situazione, il governo ha deciso di sostenere lo sviluppo di settori alternativi basati sull’uso sostenibile dei Pfnl: il Progetto di ripristino dei terreni degradati (Prtd), che sostiene questa iniziativa, interessa 87 Comuni distribuiti in otto regioni del Paese e prevede l’attuazione di 400 piani aziendali con la mobilitazione di oltre 11 miliardi di franchi Cfa (16.7 milioni di euro), di cui 9 miliardi sotto forma di sovvenzioni dirette. Il progetto si rivolge direttamente a 176.000 beneficiari e prevede di creare 13.000 posti di lavoro nei settori della produzione, trasformazione e commercializzazione di Pfnl, ragion per cui saranno realizzate infrastrutture come centri di raccolta, unità di lavorazione e magazzini di stoccaggio.

Doumbia Mariam Tangara, ministra dell’Ambiente del Mali, ha sottolineato che queste alleanze contribuiscono a “rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici, a garantire la sicurezza alimentare e a creare opportunità economiche sostenibili” mentre il rappresentante in Mali della Banca mondiale, Abdrahamane Coulibaly, ha ribadito l’impegno della stessa Banca nel sostenere settori ecologicamente ed economicamente sostenibili.

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