di Andrea Spinelli Barrile
Secondo il rapporto trimestrale del segretario generale delle Nazioni unite, circa 302 civili sono stati uccisi in Mali, altri 47 risultano rapiti o dispersi e 56 feriti nel periodo dal 3 giugno al 19 settembre 2022. Nello stesso periodo, affermano le Nazioni unite, sono stati registrati anche molti casi di arresti e detenzioni arbitrarie, in particolare nel contesto di operazioni militari nelle zone rurali.
Il rapporto è stato presentato ieri ai membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu a margine di una riunione ordinaria e alla presenza del ministro maliano degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Abdoulaye Diop. Lo stesso Diop ha delineato le osservazioni del Mali in un memorandum di 18 pagine depositato nello stesso contesto.
La Missione di stabilizzazione multidimensionale delle Nazioni unite in Mali (Minusma) rivela nel rapporto che “la maggior parte di queste presunte violazioni e abusi è avvenuta nelle regioni di Bandiagara (106 casi), Ménaka (70), Ségou (42), Mopti (40), Gao (35), Koulikoro (19), Timbuktu (17), Koutiala (10), Douentza (4), Kayes (4) e San (4)”. Secondo la Minusma la situazione generale in Mali continua ad essere caratterizzata da denunce di violazioni del diritto internazionale dei diritti umani, abusi, violazioni del diritto umanitario internazionale perpetrate da gruppi armati estremisti (297), milizie di vigilantes (23), gruppi armati firmatari degli Accordi di Algeri (27) e elementi armati non identificati (3).
Sono state inoltre documentate 55 presunte violazioni attribuite alle Forze di difesa e sicurezza maliane (Fama), accompagnate in alcuni casi da personale militare straniero (russo), durante lo svolgimento di operazioni militari nel
centro.
Nel suo memorandum, il ministro maliano Abdoulaye Diop ha chiesto un migliore coordinamento del sostegno delle Nazioni unite, attraverso Minusma e le squadre nazionali, anche nel quadro della Strategia globale per la stabilizzazione della regione del Centro, adottata dal Consiglio dei ministri del Mali lo scorso 24 agosto. Secondo la diplomazia maliana, il rapporto presentato ieri al Consiglio di sicurezza avrebbe guadagnato in obiettività se avesse fornito maggiori informazioni sugli sforzi del governo, che sono “regolarmente coronati anche da successi sul campo”.
Bamako ha invitato il segretariato delle Nazioni unite ad allontanarsi da questa posizione “negativa e ostile”.