Malik Afegbua, artista visionario tra tecnologia e impatto sociale

di claudia

di Claudia Volonterio

“Credo che il narratore crei la storia, catturando chi siamo e condividendo quella storia attraverso le generazioni. Ecco perché mi piace raccontare la storia africana da un punto di vista africano. Credo che la capacità di dipingere un quadro ed evocare determinate emozioni attraverso la narrazione visiva sia il massimo servizio all’umanità, altrimenti vivere non avrebbe senso”. Sono le parole emblematiche di Malik Afegbua, artista poliedrico e regista nigeriano, salito alla ribalta per i suoi lavori che utilizzano creativamente l’intelligenza artificiale.

Il nome di Malik Afegbua, artista contemporaneo nigeriano, 38 anni, curatore di realtà virtuale e regista sia di produzioni cinematografiche che televisive, forse non è nuovo agli addetti ai lavori o agli appassionati di intelligenza artificiale. Uno dei suoi lavori più celebri, “Elders Series”, realizzato grazie all’intelligenza artificiale ha fatto il giro del mondo: l’artista ha reimmaginato la vita degli anziani africani, mostrando immagini e video della loro vita reale mentre camminano lungo passerelle della moda o spiagge. “Elders Series” sono “un catalogo di immagini e video che mostrano donne dai capelli bianchi e uomini barbuti e rugosi che si pavoneggiano sulle passerelle di sfilate di moda virtuale in abiti africani o afrocentrici, con collane, gioielli e bracciali ornamentali”. Un lavoro nato per riposizionare la figura dell’anziano in un contesto vitale. “Volevo immaginare gli anziani in un luogo che non fosse né in uno spazio triste né in uno stato depresso”, ha detto Afegbua all’agenzia Reuters.

“L’ispirazione dietro questa serie è stata mia mamma”, ha spiegato Afegbua alla Cnn. “Ha avuto un ictus e avevo bisogno di un modo per esprimermi e non pensare a lei su una macchina di supporto vitale. Volevo pensare a lei in un luogo felice. La potenza di queste immagini è impressionante, a sembrare fotografie di un evento reale, ma sono state interamente generate dall’intelligenza artificiale (AI).

Malik Afegbua

Laureato in Lettere presso l’Università del Surrey, a Londra, è Lead Visioner e Amministratore delegato di Slickcity Media, una società di produzione multimediale innovativa attiva nella produzione media, cinema televisione, documentari, realtà virtuale, film, spot pubblicitari, video aziendali, marketing visivo, tecnologia multimediale ed editoria, si legge sul suo sito.

Afegbua non è sempre stato un artista e il suo cammino artistico è iniziato un po’ per caso: ha studiato economia all’università di Lagos, ma è entrato nel mondo del cinema dopo che un amico gli ha comprato una macchina fotografica, nel 2011. Da quel momento ha cominciato a creare video e a sperimentare con la fotografia. I social sono stati una vetrina importante: Afegbua ha iniziato a pubblicare alcuni dei suoi lavori sui social media ed è diventato virale: sono oltre 44.000 i suoi follower su Instagram, con poco più di 400 immagini caricate.

Da “Elders Series”

Ma, il valore più grande del suo lavoro si esprime nel racconto e nel tentativo di cambiare la narrazione, aldilà del mezzo che utilizza. Nelle pieghe di una realità spesso digitale l’artista nigeriano Afegbua riesce a raccontare storie africane prediligendo un punto di vista africano. La realtà virtuale nelle sue opere è un modo per indurre al pensiero e alla riflessione, confondendo i confini di ciò che è la realtà come la conosciamo ora, cercando cambiare la percezione delle cose, e di attivare il seme di un cambiamento sociale che parte dall’arte.

Il suo progetto “Elders series” ha cambiato il modo in cui l’intelligenza artificiale propone immagini delle persone nere nella moda. Prima del suo intervento, l’artista aveva notato una grande differenza tra il modo in cui venivano proposte le immagini dei neri americani e delle persone nere africane, quest’ultime sempre proposte con “un aspetto meno curato, meno elegante”. Ora non è più così, poiché nel sistema ci sono le sue e il paradigma è cambiato, spiega alla Cnn.

Un altro suo lavoro emblematico è la creazione di una città virtuale futuristica realizzata con l’ intelligenza artificiale, chiamata “Ngochola”. Afegbua voleva che la città riflettesse le antiche civiltà africane e “il potere che la tecnologia avrebbe avuto in quella società” se non fosse stato per il colonialismo, spiega l’artista.

Alcune delle sue mostre più importanti includono il Fak’ugesi African Digital Innovation Festival, in Sudafrica, dove ha presentato il suo lavoro con Meta e la vetrina di Meta dei nuovi XR Creators africani. Come regista ha prodotto e diretto, tra gli altri, il documentario originale Netflix – Made By Design.

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