Bisogna ammetterlo, ha coraggio. O, forse, solo una grande faccia tosta. Marine Le Pen non ha messo una maschera politically correct nella sua visita lampo in Ciad. Agli africani ha sbattuto in faccia tutto il suo armamentario ideologico, senza fare sconti: no all’immigrazione, chiusura dei confini nazionali, Francia padrona a casa sua, ecc. Non ha concesso neppure uno sconticino alla sua retorica.
In realtà è difficile anche capire che cosa ci sia andata a fare in Ciad Marine Le Pen, candidato alle elezioni presidenziali francesi 2017. Lei, serena, ha spiegato che voleva parlare con «il linguaggio della solidarietà» e con «il linguaggio della verità» non solo ai ciadiani, ma a tutta l’Africa. Agli africani intendeva e intende proporre una nuova forma di cooperazione.
Cooperazione? Verità? Solidarietà? In realtà, la ricetta è sempre la solita. Quella di un partito «sovranista» che fa dell’autarchia e delle chiusure verso l’esterno i suoi pilastri fondamentali. E, infatti, la Le Pen ha ricordato che, se sarà eletta all’Eliseo, difenderà i confini della Francia. «Perché la Francia è sovrana – ha dichiarato senza mezzi termini -, perché ha proprie leggi e un proprio ordinamento che intende difendere. Gli stranieri arrivati illegalmente in Francia saranno espulsi e i confini francesi saranno ripristinati e controllati. Questi principi si basano sulla reciprocità, sulla sincerità».Secondo la figlia (ripudiata) di Jean-Marie Le Pen, il fondatore del Front National, questi principi «sono comprensibili e accettabili, non solo da tutti i capi di Stato, ma anche dall’opinione pubblica in Africa».
Davvero? È così sicura che i ragazzi e le ragazze africane strette nella morsa di povertà, politica oppressiva, violenza si fermeranno di fronte a queste parole? A ben vedere, però, Marine Le Pen non è così cattiva. In Ciad, ha detto che se verrà eletta continuerà ad accettare gli studenti africani che vorranno frequentare le scuole francesi. Ma a una condizione: «La Francia darà sempre il benvenuto agli studenti francofoni nelle sue università, ma solo se questi studenti africani, al termine del loro corso di studi, non rimarranno in Francia, ma torneranno nei loro nei loro paesi di origine per partecipare allo sviluppo economico».
Non è dato sapere, al momento, quali siano state le reazioni africane alle parole della Le Pen. Forse hanno fatto buon viso a cattivo gioco. Forse. Ciò che è sicuro è che il discorso della leader del Front National non cambierà le cose in Africa. E, probabilmente, non farà che dirottare i consensi degli immigrati in Francia verso altri partiti. Ma a Marine Le Pen poco importa. I suoi fans approvano il suo modo di fare. La sua linea quindi non cambia. Anche in Africa.
Enrico Casale