Il capo del governo marocchino Aziz Akhannouch ha colto l’occasione del suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu per parlare della crisi del Sahara Occidentale e accusare l’Algeria di essere responsabile dello stallo. Il “riconoscimento da parte dell’Algeria della propria responsabilità nel creare e perseguire questo conflitto artificiale è la prima condizione per raggiungere una soluzione politica finale a questo problema”, ha detto, intervenendo al Dibattito Generale della 77a sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.
Akhannouch ha affermato che non può esserci una soluzione politica duratura alla disputa territoriale senza la “partecipazione seria e ben intenzionata” del regime algerino alle tavole rotonde guidate dalle Nazioni Unite per raggiungere una risoluzione. Ha inoltre espresso “grave preoccupazione per le catastrofiche violazioni dei diritti umani, nonché per l’assenza di uno stato di diritto nei campi di Tindouf, i campi profughi sahrawi ubicati nel sud dell’Algeria.
Descrivendo la situazione a Tindouf come una “palese violazione del diritto umanitario internazionale”, Akhannouch ha affermato che l’Algeria ha “ceduto le proprie responsabilità su questa parte del suo territorio [Tindouf] a milizie di separatisti armati, che hanno documentato collegamenti con pericolose reti terroristiche nel Sahel regione.”
Ha invitato la comunità internazionale a sollecitare l’Algeria a “rispondere agli appelli” del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e a consentire all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) di “organizzare un censimento e registrare gli abitanti del campo di Tindouf”. All’inizio di questo mese, la delegazione statunitense al Consiglio per i diritti umani a Ginevra ha espresso preoccupazioni simili per la situazione dei diritti umani nei campi di Tindouf, condannando il rifiuto dell’Algeria di affrontare la questione nonostante gli appelli dell’Unhcr.
Lo scorso agosto – ricorda il sito Marocco world news – il team delle Nazioni Unite in Algeria ha chiesto cibo e aiuti nutrizionali urgenti poiché la malnutrizione e altri problemi di salute sono aumentati tra i rifugiati saharwi nei campi di Tindouf.
Akhannouch ha ribadito l’impegno del Marocco a trovare una soluzione politica finale al “conflitto regionale artificiale attorno al Sahara marocchino”, sottolineando che il Piano di autonomia del paese è “l’unica soluzione”. Ha parlato dei nuovi modelli di sviluppo che il Marocco ha implementato nelle sue regioni meridionali negli ultimi anni. Ha evidenziato la “partecipazione attiva” degli abitanti delle regioni meridionali del Marocco al piano di sviluppo, attraverso i “rappresentanti democraticamente eletti nei consigli del Sahara marocchino”.
Akhannouch ha inoltre ribadito il sostegno del Marocco alla causa palestinese, chiedendo “la soluzione dei due Stati” concordata a livello internazionale.