Boicottaggio in risposta all’aumento dei prezzi. È quanto sta succedendo in Marocco dove i consumatori, arrabbiati per il rincaro su acqua, latte e benzina, hanno lanciato uno sciopero degli acquisti via internet. Per la prima volta in Marocco, Paese dove non esistono associazioni a difesa dei consumatori, i cittadini si organizzano con un tamtam che cresce di giorno in giorno. Tutto è cominciato il 20 aprile, quando sul Web si diffonde l’appello a boicottare i distributori Afriquia, del gruppo Akwa, il latte di Centrale Danone e l’acqua Sidi Ali del gruppo Holmarcom. Le pagine su Facebook, almeno una ventina, accomunate dallo slogan in arabo che suona «lascia cagliare il latte», spiegano che l’obiettivo è quello «proteggere il potere di acquisto marocchino».
Il ministro dell’agricoltura Aziz Akhannouch, patron del gruppo Akwa, si è sentito chiamato in causa (in Marocco, il conflitto d’interessi non è regolato) e a margine del Salone dell’Agricoltura ha commentato duramente: «I prodotti marocchini sono in pieno sviluppo e la realtà dei fatti non sarà certo bloccata dal web». La campagna è comunque proseguita e ha ottenuto anche risultati: il prezzo dell’acqua minerale è sceso sensibilmente e sono stati annunciati ribassi anche sul latte.
Di giorno in giorno, al paniere da boicottare si aggiungono nuovi prodotti come l’olio d’oliva Cristal che paga cara la decisione di alzare il prezzo di 2 dirham al litro in piena campagna. A pochi giorni dall’inizio del Ramadan, il mese sacro del digiuno, dove di solito si raggiunge il picco massimo dei prezzi al consumo, in particolare dei prodotti alimentari, i consumatori aguzzano la vista e promettono nuove battaglie.