Il ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, passerà davanti alla commissione per le libertà civili del Parlamento europeo per dare “spiegazioni” sui fatti di Melilla-Nador del 24 giugno scorso, quando quasi 2.000 migranti hanno tentato di attraversare l’alta rete metallica che separa Melilla dalla città di confine marocchina di Nador, e almeno 23 migranti sono morti nell’episodio.
Secondo El Mundo, il ministro ha precisato che “non si tratta di un’apparizione ma di uno scambio di opinioni”. Grande-Marlaska ha ricordato di aver promesso di andare al Parlamento europeo una volta che la giustizia del suo Paese avrebbe concluso le indagini. Il ministro dell’Interno spagnolo aveva difeso, il 21 settembre durante un’apparizione davanti ai deputati spagnoli, l’azione della polizia di fronte a quella che ha poi definito “violenta aggressione”.
L’ufficio del procuratore spagnolo ha annunciato a fine dicembre di aver archiviato le indagini sulla morte di almeno 23 migranti africani dopo che avevano tentato di entrare nell’enclave spagnola di Melilla dal Marocco, nell’area di Nador, il venerdì 24 giugno. La procura iberica sostiene di non aver identificato “segni di criminalità nelle azioni degli agenti” delle “forze di sicurezza” spagnole durante questa tragedia.
“Non possiamo concludere che l’azione degli agenti abbia aumentato il rischio gravante sulla vita e sull’integrità fisica dei migranti e non possiamo quindi accusarli di omicidio colposo”, ha aggiunto la procura in un comunicato stampa, secondo l’Afp. La procura precisa tuttavia di aver trasmesso ai vertici delle forze di sicurezza elementi per possibili procedimenti disciplinari nei confronti di agenti sospettati di aver lanciato pietre contro i migranti.
La procura spagnola aveva annunciato l’apertura di questa inchiesta pochi giorni dopo la tragedia, affermando di voler “fare luce su quanto accaduto”. Almeno 23 migranti sono morti, secondo le autorità marocchine, quando quasi 2.000 migranti hanno tentato di attraversare l’alta rete metallica che separa Melilla dalla città di confine marocchina di Nador.
Le Ong e gli esperti indipendenti nominati dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno riferito di 37 morti.