Marocco, il gasdotto con la Nigeria e il suo peso geopolitico

di claudia

di Gianfranco Belgrano

L’apporto di gas africano, attraverso il progetto del gasdotto Nigeria-Marocco, rafforzerebbe l’indipendenza energetica dell’Europa, condizione necessaria per la sua autonomia strategica. Lo ha affermato Jamal Machrouh, Senior Fellow del Policy Center for the New South (Pcns). In un documento, Machrouh avanza sei argomenti a sostegno dell’esistenza e della rilevanza di tale interesse, osservando, in primo luogo, che il progetto contribuirebbe efficacemente alla diversificazione delle risorse di gas dei Paesi europei e darebbe loro più spazio di manovra.

“La visualizzazione della mappa dei gasdotti in Europa mostra un’eccessiva concentrazione delle fonti di approvvigionamento. […] In totale, non meno del 50% del gas consumato nei Paesi dell’Unione Europea proviene da un’unica fonte di approvvigionamento. Ciò costituirebbe naturalmente una pericolosa arma geopolitica che potrebbe essere usata contro l’Europa”, ha sostenuto lo specialista in geopolitica e relazioni internazionali.

In questo senso, ha sottolineato l’importanza per l’Europa di lavorare per una maggiore diversificazione delle sue importazioni di gas, osservando che le risorse africane di gas sono importanti e il potenziale delle riserve on-shore e off-shore è promettente.

Inoltre, il professore assistente presso la Facoltà di Governance, Scienze Economiche e Sociali dell’Università Mohammed VI, e professore di relazioni internazionali presso la Scuola Nazionale di Business e Management di Kenitra, sottolinea – in affermazioni rilanciate dall’agenzia di stampa marocchina Map – che la creazione del gasdotto parteciperebbe alla costruzione di una nuova generazione di misure in grado di rafforzare l’indipendenza energetica europea. 

Allo stesso modo, il progetto, aggiunge lo specialista, ridurrà il rischio di sostituire la dipendenza europea dal gas russo con una dipendenza da fonti energetiche non convenzionali con pericolose conseguenze climatiche e impedirebbe anche l’emergere di una forte dipendenza europea dal gas algerino.

“La riorganizzazione del mercato energetico europeo dovrebbe avvenire su basi solide e sostenibili. Tale riorganizzazione non dovrebbe riprodurre gli stessi schemi del passato che hanno rivelato il loro fallimento”, ha detto in questo senso Machrouh. 

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