Diverse migliaia di persone hanno manifestato ieri, 8 luglio, a Casablanca per denunciare le pesanti condanne inflitte ai leader del movimento di protesta «Hirak» che ha agitato il nord del Marocco nel 2016 e 2017, chiedendo il loro rilascio.
Secondo le autorità locali, i manifestanti erano «poche centinaia di persone”. La folla, composta da persone di sinistra, sindacalisti e parenti dei detenuti, ha camminato per più di due ore nel centro della capitale economica del Marocco, sotto l’occhio vigile della polizia.
Molti sventolavano i ritratti dei leader del movimento, le bandiere amazigh (berbere) o quelle del Movimento del 20 febbraio, la versione marocchina della primavera araba nel 2011. Molti i cartelli: «Processo politico», «Libertà verso i prigionieri politici», «Lunga vita al popolo» o «Questo Stato è corrotto».
Il 26 giugno, la giustizia marocchina ha condannato 53 attivisti che costituivano il nucleo duro del movimento di protesta chiamato «Hirak» a pene tra uno e 20 anni di carcere. Nasser Zefzafi, il leader di questo movimento, che chiedeva maggiore sviluppo economico e sociale nella regione del Rif, e tre dei suoi compagni hanno dovranno scontare 20 anni per «aver minato la sicurezza dello Stato». Tutti i detenuti hanno deciso di appellarsi, ad eccezione di Rabie El Ablak, attivista di Al-Hoceima (l’epicentro del movimento) che ha fatto uno sciopero della fame per diverse settimane.