«Una soluzione globale a una sfida globale». Così il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha salutato l’adozione del Global Compact sulle migrazioni oggi a Marrakesh. Nel giorno del 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, 164 Paesi hanno firmato il Patto Onu, sui 193 che lo scorso luglio a New York avevano dato un loro primo sostegno all’iniziativa, non vincolante, per regolare i flussi migratori e contrastare il traffico di essere umani. Assente l’Italia che, con il governo giallo-verde spaccato sul tema, ha rinviato tutto al voto del Parlamento.
Dal primo sì nel 2017, un po’ alla volta avevano cominciato a sfilarsi diversi Paesi, in primis gli Stati Uniti di Donald Trump, poi Israele, Australia, mentre l’Unione europea si è spaccata ancora una volta: contrari i Paesi di Visegrad, insieme ad Austria, Bulgaria, Croazia. Presente invece a Marrakesh la cancelliera tedesca Angela Merkel: «È un grande giorno», ha commentato. L’accordo sulle migrazioni «non è altro che il fondamento della nostra cooperazione internazionale», ha poi sottolineato la leader europea che nel 2015 accolse in Germania centinaia di migliaia di rifugiati in fuga dalla guerra, soprattutto siriani, e che ha anche ricevuto una standing ovation dalla platea. Il premier belga Charles Michel – il cui governo sul Patto Onu ha perso pezzi della coalizione con il ritiro dei ministri dell’Alleanza fiamminga di destra (N-Va) – ha invece deplorato che il Patto Onu sia stato usato da «alcune parti politiche per diffondere disinformazione».
Il Global Compact è stato osteggiato da tutta la destra europea, da Marine Le Pen a Giorgia Meloni, che ancora oggi ha parlato di «invasione» e lanciato una petizione per «dire No a un’immigrazione senza limiti». Mentre in Italia l’opposizione deplora l’assenza a Marrakesh: «L’assenza di Conte indica che la politica del governo è dettata da valori e azioni tipiche delle destre nazionalistiche». L’accordo di Marrakesh è un «percorso per prevenire la sofferenza e il caos», ha detto ancora Guterres prima della votazione, ricordando che dal 2000 oltre 60.000 migranti sono morti mentre cercavano di lasciare i loro Paesi. E definendo questi dati «una fonte di vergogna collettiva». Il numero uno di Palazzo di Vetro ha quindi sottolineato che il Global Compact – in totale 23 obiettivi, articolati in una serie di azioni «per una migrazione sicura, ordinata e regolare» – non darà alle Nazioni Unite la possibilità di imporre politiche migratorie agli Stati membri e che non è un trattato legalmente vincolante.