È stato rimpatriato ieri in Marocco Abdullatif Nasser, un cittadino marocchino detenuto nel carcere di Guantanamo Bay per 19 anni senza essere accusato di alcun reato. Nasser, oggi cinquantenne, è stato rinchiuso nel complesso carcerario della base navale americana a Cuba nel 2002. Da allora, nessuna accusa formale è stata intentata contro di lui.
La procura di Rabat ha pubblicato ieri una nota in cui annuncia l’apertura di un indagine giudiziaria a carico di Abdullatif Nasser, unitosi alla fine degli anni Novanta alle forze di Al Qaeda in Afghanistan, dove ha combattuto l’esercito americano nel 2001. Nella nota si legge che Nasser è indagato “per un suo presunto coinvolgimento nella commissione di atti terroristici. Gli effetti giuridici saranno determinati dalla Procura alla luce degli esiti delle indagini”. Lo riportano le agenzie internazionali.
In una dichiarazione, il Dipartimento di Stato ha elogiato gli sforzi del Marocco per accogliere Abdullatif Nasser e ha colto l’occasione per invitare altri Paesi a rimpatriare i loro cittadini jihadisti, o presunti tali, dalla Siria, dove sono imprigionati nei campi gestiti dalle forze democratiche siriane alleate degli Stati Uniti. “Il ruolo di leadership del Marocco nel rimpatrio di Abdullatif Nasser, così come la sua passata buona volontà nel facilitare il ritorno dei jihadisti che hanno combattuto nel nord-est della Siria, dovrebbero incoraggiare altri Paesi a rimpatriare i propri cittadini”, ha osservato il portavoce diplomatico degli Stati Uniti Ned Price.
Nasser è stato detenuto a Guantanamo, senza essere mai stato formalmente imputato, per 19 anni. Negli anni Ottanta Nasser si è unito a un gruppo islamico sufi marocchino non violento. Nel 1996 è stato reclutato per combattere in Cecenia ed è finito poi in Afghanistan, dove è stato addestrato in un campo di Al-Qaeda. È stato catturato dopo aver combattuto le forze americane in Afghanistan e poi inviato a Guantanamo nel maggio 2002, senza tuttavia essere mai incriminato con accuse formali né processato. L’avvocato di Nasser in Marocco, Khalil Idrissi, ha affermato a Voa News che gli anni del suo cliente a Guantanamo “sono stati ingiustificati e fuorilegge, e ciò che ha sofferto rimane una macchia di vergogna sulla fronte del sistema americano”. Un comitato di revisione ha raccomandato il rimpatrio di Abdullatif Nasser nel luglio 2016, sotto la presidenza Obama, ma il marocchino è rimasto a Guantanamo ancora a lungo, sotto tutta la presidenza di Donald Trump, che si è opposto alla chiusura della prigione.
Il trasferimento di Nasser da scendere a 39 il numero dei detenuti nel famigerato carcere militare di Guantanamo Bay, a Cuba. 10 prigionieri che non sono più considerati una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti hanno già ricevuto gli ordini di rilascio e altri 17 potrebbero unirsi a loro a breve. La loro partenza da Guantanamo dipende dalla disponibilità del loro Paese d’origine o di un Paese terzo ad accettarli. L’amministrazione Biden ha fatto sapere, più volte, di avere intenzione di chiudere la prigione nella base americana a Cuba.