Un oro storico è arrivato ieri per il Marocco ai Giochi Olimpici di Tokyo. Storico perché Soufiane El Bakkali ha messo fine al dominio keniano sui 3.000 siepi dopo quasi 40 anni, correndo in 8 minuti, 8 secondi e 90 centesimi e andando a prendersi un successo meritato quanto insperato. Si tratta anche della prima medaglia per il Marocco a queste Olimpiadi ed è del metallo più prezioso.
El Bakkali, già aveva convinto nelle qualifiche, ma nella finale dei 3.000 siepi di ieri si è lasciato dietro i favoriti kenyani. Nello sprint finale negli ultimi 200 metri ha battuto l’etiope Lamecha Girma e il keniano Benjamin Kigen, mentre non c’era l’oro olimpico di Rio 2016, che non si è qualificato per Tokyo.
Il Kenya vinceva questa gara ininterrottamente dal 1984. Nove titoli olimpici consecutivi, oltre a quello di Roma nel 1964. Nel 1976 a Montreal e nel 1980 a Mosca la nazione africana scelse invece di non partecipare per protesta contro l’apartheid in Sudafrica e l’invasione russa dell’Afghanistan.
La vittoria di El Bakkali arriva da lontano. Il corridore di Fez proviene da una famiglia modesta. Da adolescente, è stato notato dalla sezione di atletica del Fez Country Club con cui ha iniziato a correre. Cinque anni dopo era ai Giochi di Rio 2016 dove era finito quarto, ai piedi del podio, appena ventenne. La sua rincorsa all’oro era però appena cominciata. Nel 2017 è stato vicecampione del mondo ai mondiali di atletica di Londra, e bronzo a quelli di Doha due anni fa, ma questa volta si è preso una grande rivincita.
Il suo traguardo è ancora più importante se si pensa che è il primo oro olimpico del Marocco dopo quelli nei 1500 metri e nei 5000 metri del mezzofondista Hicham El Guerrouj ad Atene nel 2004, e il settimo in totale della storia del Paese alle Olimpiadi. Ora El Bakkali può essere considerato un suo degno erede.
“Volevo assolutamente vincere una medaglia alle Olimpiadi di Tokyo. Che medaglia? Non lo sapevo. Ma ora lo so”, ha detto El Bakkali, aggiungendo di essere “tanto più orgoglioso di aver vinto una gara contro gli specialisti keniani”. El Bakkali ha ricevuto anche le congratulazioni da re Mohammed VI per la sua vittoria, insieme agli auguri per una carriera piena di altri successi.
L’atleta marocchino può contare su un fisico straordinario – è alto più di 1 metro e 90, cosa che gli permettere di superare con facilità gli ostacoli – ma anche su una preparazione rigorosa. Oltre a rispettare la bolla sanitaria che protegge gli atleti dalla contaminazione da covid-19, l’allenatore di El Bakkali gli ha imposto anche una bolla social tagliandolo fuori da tutti i social network. Per ora un isolamento che ha pagato.