La crisi diplomatica tra Marocco e Spagna sembra essersi fermata a un punto morto ma in realtà le autorità di entrambi i paesi stanno lavorando per ricostruire il fragile equilibrio diplomatico: il nuovo ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha descritto, al suo insediamento, il Marocco come “un grande amico” ed ha promesso un viaggio a Rabat a breve.
Secondo fonti diplomatiche citate dal quotidiano El Pais, dopo una fase in cui le uniche comunicazioni tra le parti avvenivano tramite intermediari (come l’Alto Commissario Ue, Josep Borrell, e altri membri della Commissione europea) sono stati stabiliti contatti diretti: i protagonisti spagnoli l’ambasciatore a Rabat, Ricardo Díez-Hochleitner, e il direttore generale per il Maghreb, Eva Martínez, che tuttavia ha lasciato il suo incarico martedì scorso. A giugno e all’inizio di luglio i due hanno avuto colloqui con l’ambasciatore marocchino in Spagna, Benyaich, che da Rabat continua ad occuparsi dei rapporti con Madrid.
Secondo la diplomazia spagnola la crisi non va trattata come un episodio isolato da risolvere al più presto: quello che è successo a Ceuta, fanno notare fonti diplomatiche, è stato solo l’ultimo e più visibile di una serie di dissidi iniziati con la chiusura senza preavviso della dogana commerciale di Melilla, nel luglio 2018, o l’estensione unilaterale delle sue acque di fronte a Isole Canarie, nel gennaio 2020. Quell’anno sono arrivati alle Isole Canarie circa 22.000 immigrati, la maggior parte dei quali marocchini, l’800% in più rispetto al 2019.
Per evitare quindi il ripetersi ciclico di una crisi apparentemente senza fine la Spagna ha proposto una revisione completa delle relazioni bilaterali per chiarire la posizione di ciascuno nei capitoli più spinosi. Ad esempio, per quanto riguarda Ceuta e Melilla la Spagna può scommettere sullo sviluppo economico sostenuto dal suo ambiente marocchino, una zona di prosperità condivisa, o scommettere sulla sua insularità, limitando i contatti con il Paese limitrofo e intensificando i rapporti con l’Ue. Altro tema delicato è la questione del Sahara occidentale, per cui il Marocco cerca da tempo di imporre un cambio di posizione da parte di Spagna e Ue dopo il riconoscimento della sua marocchinità da parte dell’amministrazione Trump. Tuttavia Madrid non può allontanarsi dalla dottrina ufficiale dell’Onu: le fonti diplomatiche ammettono che un accordo sul tema non sarà facile e che la trattativa richiederà tempo e non si esaurirà con una visita ufficiale a Rabat del nuovo ministro.
Per ora Rabat resta in silenzio ma anche nel tacere, non scontato negli ultimi mesi, i segnali sembrano incoraggianti.