Venerdì i giudici della Corte d’appello di Bruxelles hanno stabilito che lo stato belga non ha responsabilità nel massacro dell’ETO di Kigali in Ruanda nel 1994. Secondo i giudici non furono le istituzioni del Belgio le responsabili di quei fatti come erano state accusate dai sopravvissuti del genocidio. Le colpe sarebbero tutte da attribuire alle Nazioni Unite che diedero l’ordine di evacuazione ai soldati belgi del contingente della missione di pace MINUAR.
Il 7 aprile del 1994, durante i primi giorni del genocidio ruandese, circa 2000 tutsi si erano rifugiati all’interno dell’École technique officielle (ETO) della capitale Kigali ed erano assediate dalle milizie hutu. L’11 aprile i paracadutisti belgi dispiegati a protezione dell’ETO ricevettero l’ordine di andare a mettere in sicurezza l’evacuazione dei civili dall’aeroporto della capitale. Delle persone rifugiate all’interno dell’edificio, solo 50 sopravvissero.
La decisione della Corte ribalta il giudizio in primo grado di 8 anni fa e sembra porre fine all’azione legale intentata nel 2004 contro lo Stato belga e tre ufficiali militari. Tuttavia esiste ancora la possibilità che le vittime ricorrano alla Corte di Cassazione, come ha affermato a Rfi Luc Walleyn, avvocato di Marie-Agnès Uwali, una dei sopravvissuti al massacro.