Dopo una lunga attesa la Commissione elettorale indipendente (Ceni) mauritana ha reso pubblici nella tarda serata di ieri i risultati del primo turno delle elezioni regionali, municipali e legislative che si sono svolte lo scorso 1° settembre.
Risultati del voto legislativo danno in testa il partito al potere nel paese, Union pour la République (UPR), con 67 seggi su 157 in parlamento. L’UPR ha ottenuti i migliori risultati nel centro e nell’est del paese come riporta Rfi. In ogni caso si dovrà aspettare il secondo turno programmato per il 15 settembre per avere un’idea precisa della nuova configurazione del parlamento.
Un’assemblea che sarà contrassegnata dall’entrata in forza degli islamisti di Tawassoul che ha ottenuto 14 seggi sui 31 conquistati dalle forze di opposizione. Altre formazioni di opposizione rientrano in parlamento dopo un’assenza di cinque anni dovuta al boicottaggio avvenuto nel precedente scrutinio del 2013. È il caso ad esempio del Rassemblement des forces démocratiques, di Ahmed ould Daddah e dell’Union des Forces de progrès (FNDU) di Mohamed ould Maouloud.
Questo voto rappresenta un test per la Commissione elettorale indipendente (Ceni) che è stata fortemente criticata a livello organizzativo, ma anche per il presidente Mohamed Ould Abdel Aziz e il suo governo a un anno dalle prossime elezioni presidenziali. La scorsa settimana 15 schieramenti di opposizione avevano definito un fiasco l’organizzazione dello scrutinio per poi denunciare frodi e manipolazioni nei giorni successivi. Gli osservatori dell Unione Africana hanno però respinto tali accuse poco dopo.
Il presidente ed ex generale Abdel Aziz è salito al potere con un colpo di stato nel 2008 ed è stato eletto nel 2009 e nel 2014. Nonostante abbia dichiarato di non voler modificare la carta costituzionale per potersi candidare a un terzo mandato, come da tempo sospettato dall’opposizione, alcune sue recenti dichiarazioni e quelle di alcuni suoi ministri non hanno aiutato a far calmare gli animi.