Cinque attivisti del movimento Ira-Rag sono stati convocati dalle forze di sicurezza mauritane e sono stati trattenuti. Lo denuncia in un comunicato, ricevuto da InfoAfrica, lo stesso movimento politico e della società civile, che definisce la detenzione un vero e proprio sequestro “da parte della polizia politica di Ghazouani” (il presidente della Repubblica Mohamed Ould Ghazouani, Ndr)
“Cresce il bipolarismo politico che contrappone il potere del generale Ghazouani al partito dell’avversario Biram Dah Abeid, secondo alle ultime e penultime elezioni presidenziali e deputato nel parlamento mauritano. La tensione è stata altissima tra le due principali forze politiche del Paese da quando il capo di Stato mauritano ha rotto la pacificazione con l’opposizione abolizionista e ha pianificato di escludere il partito Ragdalle elezioni legislative, regionali e comunali previste per l’inizio dell’anno”, sostiene il movimento in un comunicato.
I cinque attivisti trattenuti sono Salma Abdoul Dia, Ghamou Mint Achour, Mohamed Ali, Hassan Mokhtar e Cheikh Fall. Della loro sorte hanno parlato con l’ambasciatore degli Stati Uniti Cynthia Kiersht i leader del partito Rag, Biram Dah Abeid (deputato) e Oumar Ould Yali, presidente del partito Rag.
Il deputato Abeid, che alle ultime elezioni è stato candidato presidente ed è arrivato a un passo dal ballottaggio, è un noto attivista per la difesa dei diritti della popolazione haratin nera mauritana, tradizionalmente soggetta a schiavitù in un sistema in cui lo status-quo è difficile da smantellare. Soprannominato in Italia “il Mandela della Mauritania”, è stato più volte arrestato dalla polizia mauritana ma non ha mai rinunciato alla sua missione di rendere gli schiavi consapevoli della possibilità di una vita libera dalla schiavitù. Nel dicembre 2013 ha ricevuto il Premio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Nel 2014 è figurato nell’elenco delle “10 persone che hanno cambiato il mondo di cui potreste non aver sentito parlare” di PeaceLinkLive.
L’Ira è la sigla dell’Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista e il Rag quella del Partito Radicale per l’Azione Globale. Presieduto dall’ex ministro Oumar Ould Yali, il Rag è una propaggine dell’ala politica dell’Ira-Mauritania.
Il partito d’opposizione Sawab ha espresso solidarietà nei confronti dei militanti detenuti e vivamente condannato il loro arresto. Sawab, che denuncia una “violazione dei diritti individuali e collettivi”, ha chiesto il rilascio “immediato” degli arrestati. Il partito si è detto “indignato per il ritorno dei servizi di sicurezza a vecchie pratiche considerate superate”. Il partito si è anche detto sorpreso del tempismo, ritenendo che gli “arresti senza alcuna giustificazione legale” avvengano in un momento in cui “viviamo in un’atmosfera segnata dalla consultazione” tra i partiti politici e il governo.
In Mauritania, il clima politico è notevolmente peggiorato negli ultimi mesi e gli arresti dei cinque attivisti del partito Rag (Riforma e azione globale) ne sono solo l’aspetto più clamoroso. È quanto afferma in una dichiarazione pubblicata questa mattina il partito Rag, che accusa il presidente mauritano Mohamed Ould Cheikh Ghazouani di “eccessi autoritari” e il suo ministro dell’Interno Mohamd Ahmed Ould Mohamed Lemine di “metodi e pratiche iniqui, provocatori e sleali, quando non addirittura cinici, per eliminare gli avversari politici”.
Il Rag accusa Ghazouani e Lemine di aver anche minacciato di morte il deputato Biram Dah Abeid, che nel 2013 ha vinto il Premio Nazioni Unite per i diritti umani. Il ministero dell’Interno, da mesi, rifiuta di riconoscere giuridicamente la formazione politica abolizionista, cosa che i suoi attivisti reputano ingiusta in vista delle prossime elezioni presidenziali del 2024.
Nelle scorse settimane Biram Dah Abeid e la dirigenza di Rag hanno organizzato un vero e proprio tour all’interno del Paese africano, una mobilitazione vera e propria che “ha preoccupato le alte cariche del potere”, spaventate dal successo riscosso nelle varie tappe del viaggio. Gli arresti dei cinque attivisti avvenuti mercoledì scorso a Nouakchott e trasferiti dopo poche ore a Kiffa, sono in tal senso “il completamento delle manovre politiche delle autorità con l’intento di inibire la dinamica di vittoria innescata dal partito” e “bloccano così l’unico corridoio di alternanza a cui aspirano le popolazioni mauritane”.
Rag accusa la governance di corruzione, furto di beni pubblici, riciclaggio, di aver costituito una “democrazia di facciata che esclude per nepotismo e clientelismo gli svantaggiati arabo-berberi e per pregiudizi etnici e preferenze di nascita e casta le numerose popolazioni di discendenza servile del Paese”.
Il Rag, nel chiedere “l’immediata scarcerazione” dei suoi attivisti, fa appello a tutte le forze politiche del Paese affinché si facciano testimoni dell’attuale situazione mauritana circa la “disintegrazione del clima di pacificazione”.