I cittadini mauritani ieri si sono recati alle urne per eleggere il nuovo parlamento e i consigli regionali e municipali. Si è trattato anche di un test per la Commissione elettorale indipendente (Ceni) che è stata fortemente criticata a livello organizzativo, ma anche per il presidente Mohamed Ould Abdel Aziz e il suo governo a un anno dalle prossime elezioni presidenziali.
Qualche ora prima della chiusura dei seggi in una conferenza stampa i rappresentati di 15 schieramenti politici, tra i quali figurano anche i principali partiti d’opposizione, hanno definito un fiasco l’organizzazione dello scrutinio. Secondo le recriminazioni ci sarebbero grossi problemi nelle liste elettorali sia nella capitale Nouakchott che all’interno del paese con “zone d’ombra, confusione e chiare manipolazioni”, come riporta Rfi. In alcuni casi ci sarebbero stati spostamenti all’ultimo minuto di intere liste da un comune ad un altro, come ha accusato Mohamed ould Maouloud, presidente del Forum national pour la démocratie et l’unité (FNDU).
Le accuse sono state respinte dalla ceni e dal suo presidente Ethmane ould Bidiel, il quale ha ribadito che il voto si è svolto correttamente e in un clima sereno nonostante qualche problema tecnico.
Contrariamente alle legislative del 2013 l’opposizione ha deciso questa volta di partecipare, comprese le componenti più “radicali” ricorda Jeune Afrique.
Il presidente ed ex generale Abdel Aziz è salito al potere con un colpo di stato nel 2008 ed è stato eletto nel 2009 e nel 2014. Nonostante abbia dichiarato di non voler modificare la carta costituzionale per potersi candidare a un terzo mandato, come da tempo sospettato dall’opposizione, alcune sue recenti dichiarazioni e quelle di alcuni suoi ministri non hanno aiutato a far calmare gli animi.