Cinque mesi dopo l’affondamento della nave giapponese responsabile delle fuoriuscite di olio combustibile al largo di Mauritius, il Comitato nazionale di crisi ha revocato le restrizioni sui siti turistici sulla costa sud-orientale. L’accesso ai parchi e alle spiagge dell’isola tornerà a essere consentito ai visitatori.
Il 26 luglio, la petroliera giapponese MV Wakashio si era arenata al largo dell’isola, rilasciando un denso flusso nero di petrolio. Descritta come il peggior disastro ambientale del Paese dal primo ministro Pravind Jugnauth, la marea nera ha avuto gravi conseguenze su fauna e flora, minacciando il turismo e la pesca, settori economici essenziali per le popolazioni locali.
Il Comitato nazionale di crisi ha quindi vietato l’accesso alle acque della popolare costa sud-orientale. Ma dopo cinque mesi di bonifica e drenaggio dalla marea nera, il Comitato ha revocato le restrizioni per diverse spiagge pubbliche e per le acque del Blue-Ray Marine Park, un’area di importanza internazionale. Continuano a non essere consentite, tuttavia, le attività di pesca nella laguna.