L’isola di Mauritius è nel pieno di una campagna elettorale serrata in vista delle elezioni legislative previste domenica 10 novembre. Due le coalizioni principali in competizione: l’Alleanza del Popolo, guidata dal primo ministro uscente Pravind Jugnauth, e l’Alleanza del Cambiamento di Navin Ramgoolam, ex premier intenzionato a riconquistare il potere.
I due leader politici stanno intensificando i comizi, percorrendo le 21 circoscrizioni del paese per convincere gli elettori. In totale, 891 candidati, tra cui indipendenti e membri di 73 nuovi partiti, sono in corsa per 70 seggi nell’Assemblea nazionale. Di questi, 60 saranno eletti tramite voto diretto, mentre due seggi sono riservati all’isola di Rodrigues. Altri otto seggi saranno assegnati tramite il sistema “Best Loser”, che garantisce una rappresentanza etnica equilibrata, includendo hindù, musulmani, sino-mauriziani e la popolazione generale, che comprende creoli e franco-mauriziani.
Quest’anno, il numero di elettori registrati ha superato per la prima volta il milione, un dato che lascia presagire una partecipazione elevata, come nel 2019, quando il tasso di affluenza raggiunse il 77%. Nonostante la rivalità politica, la campagna è rimasta pacifica. Un episodio insolito è stata la sospensione temporanea dei social media per motivi di sicurezza, revocata dopo 24 ore a causa delle proteste popolari.