Il Movimento per la Difesa della Democrazia (M2D) ha presentato a Dakar, capitale del Senegal, un memorandum sui disordini che lo scorso marzo hanno portato il Paese a un passo dalla guerra civile. Il movimento M2D riunisce partiti di opposizione e associazioni.
Nel memorandum, lungo 55 pagine, M2D attacca il presidente Macky Sall, accusandolo di non avere rispettato gli impegni presi. M2D aveva programmato una serie di manifestazioni di protesta che erano state poi sospese, a suo dire, in attesa che il governo onorasse una serie di impegni. Nella decisione di sospendere le proteste era stata determinante l’intervento del califfo generale dei Mourides, una delle più importanti autorità religiose del Senegal.
Il governo, secondo M2D, non avrebbe onorato gli impegni presi. In particolare, non sarebbero state rilasciate tutte le persone arrestate nel corso delle manifestazioni.
“Il presidente Macky Sall non si è degnato di onorare i suoi impegni. Abbiamo fatto la nostra parte dell’accordo. Il Califfo, ne siamo certi, gli ha detto tutto quello che chiedevamo. Ancora una volta, ha infranto la sua promessa. Al momento ci sono ancora giovani senegalesi in prigione”, ha detto in conferenza stampa Cheikh Tidiane Dièye, coordinatore di M2D.
Il governo ha annunciato l’8 aprile di volere avviare una “commissione d’inchiesta indipendente”. M2D lamenta che di tutto questo non si sia saputo più nulla.
IL movimento M2D ha chiesto anche che sia avviato al più presto e svolto in modo diligente e imparziale il processo nei confronti di Ousmane Sonko, il leader del Pastef accusato di stupro, il cui arresto ha scatenato le proteste di marzo.