Meravigliosi leoni bianchi

di Valentina Milani

Occhi blu cangianti all’oro, manto bianco candido: sono i rarissimi leoni bianchi che vivono tra Sudafrica e Mozambico.
Avvistati per la prima volta nel 1938, i leoni bianchi oggi popolano solo alcune zone a sud del Sahara in Africa e il Santuario di Gujarat in India. Il tasso di scomparsa registrato negli ultimi 21 anni è infatti del 43%.

Il colore chiaro non è dovuto a una forma di albinismo, bensì alla presenza di un gene recessivo che, chiamato chinchilla o color inhibitor, nel corso dei decenni ha permesso loro di mimetizzarsi con la sabbia bianca delle loro regioni di origine.

Il nome scientifico è Panthera leo krugeri. Per centinaia di anni si è creduto che fossero i protagonisti di leggende e si pensava che il loro manto candido simboleggiasse la bontà presente in tutte le creature. Dopo il primo avvistamento degli anni Trenta, la fantasia ha dovuto definitivamente lasciare spazio alla realtà quando, nel 1975, è stata scoperta una cucciolata di leoni bianchi nella Riserva di Timbavati in Sudafrica.

L’evento suscitò l’interesse della comunità scientifica, così i leoncini furono prelevati dalla savana. Gli zoo sudafricani di Pretoria e di Johannesburg svilupparono un programma di allevamento selettivo allo scopo di ottenere delle linee di leoni bianchi da destinare a zoo e circhi. A partire dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso, la presenza dei leoni bianchi è comune nei principali zoo-parchi e circhi in tutto il mondo. Come se non bastasse, entrarono presto anche nel mirino dei cacciatori.

Oggi nell’area originaria tra Sudafrica e Mozambico vive ancora un ristretto gruppo di leoni bianchi protetto dalle necessarie misure di sicurezza del Global White Lion Protection Trust. La zona consiste in 4 mila ettari di terreno recintati e difesi dalle squadre anti-bracconaggio. In Africa però i leoni bianchi del Timbavati non superano le 13 unità, mentre nei parchi zoologici di tutto il mondo ne vivono più di 100.

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