Migliaia di migranti trasferiti tra gli scontri a Tripoli

di AFRICA

Nei giorni scorsi l’Onu ha dovuto trasferire centinaia di migranti da un centro di detenzione a un altro nella parte occidentale della capitale libica, Tripoli. I trasferimenti sono avvenuti mentre erano in corso scontri armati tra il Governo d’Accordo Nazionale (Gna) sostenuto dalle Nazioni Unite e guidato da Fayez al-Sarraj e l’Esercito Nazionale Libico (Lna), che da diverse settimane ha lanciato un’offensiva sulla città per ordine del generale Khalifa Haftar.

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), un totale di 675 rifugiati sono stati trasferiti dal centro di detenzione di Qasr Ben Ghasheer al centro di detenzione di Azzawia per motivi di sicurezza dovuti al conflitto in corso. Il trasferimento è avvenuto dopo che, la scorsa settimana, un gruppo di forze armate avrebbe attaccato i migranti, molti somali ed eritrei, durante le loro preghiere tentando di estorcere loro denaro. Stando alle informazioni, 12 migranti sono rimasti feriti nel raid.

La situazione umanitaria è difficile nella città libica. L’Unhcr ieri ha annunciato che oltre 42 mila persone bisognose di assistenza sono in fuga dagli scontri di Tripoli e il loro numero è destinato ad aumentare. Attraverso un comunicato le Nazioni Unite ricordano che in Libia migliaia di uomini, donne e bambini sono stati costretti a fuggire verso le zone periferiche di Tripoli dagli scontri che continuano a travolgere i quartieri meridionali della città. Secondo l’agenzia Onu, ad oggi sarebbero 278 le persone che hanno perso la vita dall’inizio del mese, mentre altre 1.332 risultano ferite. «È imperativo garantire ogni sforzo per assicurare che i civili non restino vittime del fuoco incrociato e per preservare l’integrità delle infrastrutture pubbliche», si legge nella nota, in cui si precisa che secondo lo staff Unhcr in Libia l’approvvigionamento idrico sarebbe insufficiente, l’erogazione di energia elettrica è regolarmente interrotta e l’accesso a cibo, carburante e altri beni di prima necessità limitato.

Oltre al lavoro di protezione di rifugiati e migranti svolto nelle difficili circostanze attuali in Libia, l’Unhcr ha predisposto aiuti e personale per sostenere i civili libici nelle aree colpite più duramente.

Tuttavia, si precisa, la situazione di estrema instabilità comporta una forte restrizione delle possibilità di accesso ad alcune aree per l’Unhcr e le altre organizzazioni umanitarie. L’agenzia rinnova infine un appello affinché sia garantito l’accesso regolare e senza restrizioni degli aiuti umanitari a tutte le aree colpite ed entri in vigore una tregua umanitaria temporanea che consenta di assicurare i servizi di emergenza e il passaggio in condizioni sicure e di natura volontaria dei civili al di fuori delle aree colpite dal conflitto.

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