Nel 2016 almeno 4.164 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Questo, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), fa del 2016 l’anno record per le morti di migranti in mare. Il 2016 è anche l’anno in cui si è registrato il più alto numero di sbarchi nel nostro Paese. Dal 1° gennaio a oggi sono arrivate via mare 171.299 persone. Si supera così il bilancio che finora risultava il più alto degli ultimi anni: i 170.100 arrivi nel 2014. È record anche di minori non accompagnati: nei primi dieci mesi dell’anno ne sono arrivati 22.772, contro i 12.360 di tutto il 2015.
La regione più toccata dal fenomeno degli sbarchi è la Sicilia. In particolare a Catania (16.824), Pozzallo (16.405) e Messina (14.869). I nigeriani sono i più numerosi tra gli stranieri arrivati (35.716), seguiti da eritrei (20.000), guineiani (12.352), ivoriani (11.406) e gambiani (11.022).
Aumentano anche gli stranieri ospitati nelle strutture di accoglienza: erano 103.792 nel 2015, sono 176.720 attualmente. La maggior parte degli immigrati (138.206) è ospitata in strutture reperite dalle Prefetture; 23.158 si trovano nei posti riconosciuti dal sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar); 14.355 nei centri di prima accoglienza e almeno mille negli hotspot.
È la Lombardia la prima regione d’Italia per numero di migranti accolti (23.038, pari al 13 per cento del totale). Seguono Lazio (15.046), Piemonte (14.320), Veneto (14.217), Sicilia (14.143) e Campania (14.142).
Per evitare di creare grandi strutture di accoglienza che avrebbero un forte impatto sul territorio, il ministero dell’Interno e l’Associazione nazionale comuni italiani hanno elaborato insieme un piano d’accoglienza diffusa per suddividere i profughi in maniera capillare nel maggior numero possibile di Comuni. Finora solo 2.600 Comuni hanno collaborato, 5.400 hanno rifiutato di accogliere anche piccolissimi numeri di migranti.
Anche l’Europa non sembra predisposta all’accoglienza. I ricollocamenti previsti dal piano del Presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, proseguono infatti molto lentamente: solo ottomila profughi sono stati trasferiti complessivamente da Grecia e Italia (solo 1.800 dall’Italia) verso altri Paesi europei in oltre un anno, contro i 40.000 previsti in due anni.