The State of Fashion è un rapporto che con cadenza annuale viene sviluppato dalla piattaforma internazionale The Business of Fashion e fotografa lo stato di salute, i trend e le criticità dell’industria della moda, settore percepito come frivolo ma che in realtà muove somme immense: 2.5 trilioni di dollari secondo quest’ultimo documento.
Il Covid-19 ha imposto un drammatico stop all’intero settore produttivo, che dovrebbe portare a una contrazione delle entrate globali almeno del 35% e a fallimenti e chiusure a catena. Tutto questo sta riguardando anche l’Africa. Nelle economie africane, secondo AFD, la Banca Africana di sviluppo, la moda ha un valore che oscilla tra i 15 miliardi di dollari e i 31. Una forbice così ampia si spiega con il ruolo determinante dell’economia informale. Sebbene non ci sia una programmazione definita come in Occidente, oggi quasi ogni capitale africana ha la sua settimana della moda (alcune anche più d’una). L’industria sembrava destinata a crescere ancora e rapidamente, ma il Covid-19 ha creato dei grossi problemi anche qui.
«Per il 2020 esiste già un deficit stimato di quasi $300 miliardi a livello globale. Ciò rappresenta un calo di oltre il 15% rispetto all’anno precedente. Queste sono solo stime che continuano ad evolversi giorno dopo giorno. Quindi ci aspettiamo che l’industria della moda sia tra i settori più colpiti», ammette Vanessa Moungar, direttrice francociadiana del dipartimento Genere, donne e società civile di AFD.
I festival e le settimane della moda in programma quest’anno a partire da marzo sono stati cancellati. Questo sarà probabilmente anche il caso dell’attesissima 13a edizione di FIMA, creata dal noto stilista nigerino Alphadi, attesa per settembre.
Secondo Imran Amed, fondatore e amministratore delegato di The Business of Fashion, per sopravvivere alla crisi bisognerà sviluppare strategie di collaborazione tra i brand (e questo speriamo possa portare a ridimensionare il feticcio della competizione) e velocizzare i processi di innovazione e digitalizzazione. Una ricetta che riguarda anche l’Africa.
Non a caso la piattaforma Fashionomics Africa, creata qualche anno fa da AFD, ha deciso di lanciare la prima applicazione panafricana dedicata agli imprenditori nel settore tessile, abbigliamento e accessori. «L’obiettivo della Fashionomics è in definitiva rafforzare l’intera catena del valore tessile, dai campi di cotone ai grandi magazzini, con particolare attenzione all’accesso ai finanziamenti per gli imprenditori, sviluppando le loro capacità e il loro senso di imprese, in particolare per micro e piccole imprese», spiega ancora Moungar.
E le vendite on line a quanto pare sono state proprio quelle che hanno permesso a molte realtà di resistere fino ad ora.