di Pia Grassivaro Gallo, Lucrezia Catania
Quella delle mutilazioni (Mgf) è un fenomeno ormai noto. Per i suoi effetti sanitari e la sua ampiezza, è anche oggetto di una campagna Onu. Grassivaro Gallo è una delle maggiori esperte in materia, ma questa volta propone, in tandem con la ginecologa Catania – e avvalendosi delle ricerche sul campo delle studentesse del Gruppo di Lavoro sulle Mgf di Padova – il tema “opposto”. Le modificazioni espansive non comportano conseguenze patologiche, ma, soprattutto in contesti di emigrazione, possono averne di tipo psicologico e, al limite, giudiziario (casi di ragazzine che un’indagine ginecologica ignara di certe pratiche sospetta essere state vittime di violenze sessuali). Nel caso delle Mgf come delle modificazioni espansive lo scopo è comunque il medesimo: esse sono uno «strumento di preparazione del corpo dell’adolescente, presupposto indispensabile alla formazione di una nuova famiglia».
Si ricorderà il caso di Saartije Baartman, la “Venere nera” sudafricana cui è stato dedicato anche un film, che semplicemente condivideva il naturale longininfismo delle donne khoikhoi e che a fine Ottocento si trovò a essere un fenomeno da baraccone tra Londra e Parigi. Ebbene, la letteratura specifica sulle pratiche indicate nel titolo (precisato dal sottotitolo: “Africa: passaggi di età attraverso il rito”) è – a dispetto dell’ampia bibliografia riportata nel libro – a tutt’oggi ancora ai primi passi (nemmeno c’è accordo sull’esatta denominazione del fenomeno). Quest’opera si propone dunque coi crismi dell’originalità.
I bacini culturali in cui sono praticate manipolazioni espansive di tipo diverso e che sono esaminati spazio nel libro vanno da quello boscimano/ottentotto a quello baganda (Uganda), da quello yao (Malawi) a quello luba (Rd Congo). Desta interesse anche un breve tour della questione «in Occidente», dove si registrano altresì casi di interventi modificativi che in qualche modo possono essere assimilati a quelli “etnici”.
Edizioni Altravista, 2015, pp. 247, € 30,00