Mohamed Keita, il ritrattista dei migranti

di claudia

di Claudia Volonterio

Mohamed Keita per lavoro e per passione oggi è un fotografo affermato. Soprannominato “il ritrattista dei migranti”, le sue foto sono state esposte in varie mostre e manifestazioni internazionali come la Biennale di Venezia nel 2019. Dietro l’obiettivo c’è la storia di un ragazzo nato in Costa d’Avorio ventinove anni fa, Paese che lascia a quattordici anni a causa della guerra civile. Dopo aver vissuto e fotografato nella sua mente un lunghissimo viaggio che non dimentica, Mohamed in Italia ha lottato anni per realizzare la sua innata vocazione per la fotografia e costruirsi un futuro

Mohamed Keita, ventinovenne ivoriano, oggi vive e lavora a Roma come fotografo. Partito quando ne aveva solo quattordici per scappare dalla guerra civile che imperversava nel suo Paese, ha intrapreso da solo un lungo e travagliato viaggio per arrivare in Italia, passando per la Guinea, il Mali, l’Algeria, la Libia e Malta, come si legge sul suo sito. Ha attraversato il deserto e l’inquietudine del Mediterraneo, insieme a lui tante vite di cui sentiamo parlare spesso con i numeri dietro ai quali si nascondono storie e sofferenze. Nonostante tutto si salva e, nascondendosi in un traghetto per la Sicilia, raggiunge in un secondo momento Roma, come riporta il sito Fotopost.
 
Giunto a Roma a diciassette anni ha dedicato del tempo alla formazione, studiando l’italiano e al contempo guadagnandosi da vivere come portiere in un albergo. Proprio nel luogo che lo ha accolto, il centro di accoglienza diurno per minori di Save The Childreen “Civico Zero, ha scoperto la sua passione per la fotografia. Una vera e propria vocazione che non ha più abbandonato. Le sue fotografie sono state esposte in celebri vetrine internazionali come la Biennale di Venezia, o nelle gallerie e musei di Londra, Milano, New York. Nonostante la fama, il fotografo ivoriano non ha smesso di girare l’Italia per far valere ciò che gli sta a cuore: raccontare con le immagini la vita dei migranti.

Fotografare è per lui un modo per condividere e raccontare il quotidiano, soffermandosi sui particolari movimenti e cambiamenti talvolta impercettibili. Una forma artistica per non dimenticare il passato.

“La passione per la fotografia è iniziata quando dormivo sulla strada. Quando ero piccolo la fotografia non la consideravo neanche. Mi piaceva giocare a calcio e cantare. Questo viaggio mi ha insegnato tante cose ma non avevo il mezzo di come raccontarle. L’ho trovato grazie alla macchina fotografica. Cosa mi piace fotografare? La vita quotidiana delle persone. Non cerco la bellezza di una foto. Quello che mi interessa è condividere, attraverso un’immagine si può capire quello che pensa una persona. Ho sofferto molto nella mia vita proprio perché non avevo nessuno con cui condividere le mie esperienze”, racconta Mohamed in un’intervista su SkyTg 24.
 
Oggi Mohamed vive e lavora a Roma, trovandosi in prima persona a seguire i ragazzi del centro Civico Zero, insegnando loro la magia del suo lavoro, ovvero la capacità di raccontare il mondo per immagini. Mohamed ha contribuito all’apertura di due scuole di fotografia per i bambini che vivono nelle periferie di Nairobi e Bamako.

Foto di apertura: Agenzia DIRE

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