Continuano gli attacchi delle formazioni jihadista nel nord del Mozambico. E la repressione da parte delle forze dell’ordine si fa particolarmente dura.
Dal 2017 i miliziani jihadisti attaccano i villaggi della regione settentrionale (la più ricca di idrocarburi) e finora hanno ucciso più di 150 persone e hanno costretto migliaia di persone a lasciare le proprie case. Di fronte a questa situazione, le autorità di Maputo hanno ordinato un massiccio intervento di polizia ed esercito. Molti militari e poliziotti però si sarebbero fatti prendere la mano nell’azione di repressione.
Human Rights Watch ha accusato le forze di sicurezza in Mozambico di intimidire, incarcerare e perseguitare i giornalisti che stanno tentando di analizzare il conflitto.
Il gruppo per i diritti umani sostiene che, facendo tacere i media, il governo sta impedendo qualsiasi controllo delle operazioni militari e presunti abusi.
Il mese scorso i militari hanno arrestato un giornalista e lo hanno tenuto in carcere per quasi due settimane solo perché aveva intervistato le persone sfollate dalla provincia di Cabo Delgado. È stato poi accusato da un tribunale di aver infranto una legge sui segreti di stato.