Grande eco sulla stampa mozambicana e africana sta avendo la sentenza con cui un tribunale mozambicano ha condannato a 12 anni di detenzione il figlio dell’ex presidente del Mozambico Armando Guebuza per il suo coinvolgimento in uno scandalo finanziario da 2,2 miliardi di dollari che ha contribuito a innescare una crisi economica del Paese. Ndambi Guebuza è stato ritenuto responsabile insieme ad altre 10 persone di appropriazione indebita e riciclaggio di denaro per un crimine le cui conseguenze, ha detto il giudice leggendo la sentenza, “dureranno generazioni”.
Nel corso del processo è stato inoltre appurato che gli imputati hanno elargito mazzette a politici. Tra gli altri condannati al carcere figurano Gregorio Leao, capo del Servizio di Sicurezza e Intelligence (Sise) sotto Guebuza, e Antonio do Rosario, presidente delle tre società statali che avevano ottenuto i prestiti utilizzati in progetti nel settore della pesca diventati in realtà veicolo per far sparire i finanziamenti ottenuti.
Assente illustre al momento della lettura della sentenza l’ex ministro delle Finanze Manuel Chang, detenuto in Sudafrica dal 2018, in risposta a un mandato di arresto emesso dalle autorità degli Stati Uniti, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica, alla frode di titoli e al riciclaggio di denaro.
Tra il 2013 e il 2014, tre società di nuova costituzione hanno contratto debiti per 2,2 miliardi di dollari, in gran parte all’insaputa o senza l’approvazione del Parlamento del Paese. Nonostante ciò, il governo mozambicano si è fatto garante dei prestiti. Ufficialmente i fondi ottenuti dovevano essere utilizzati per la realizzazione di una grande fabbrica per la lavorazione del tonno e di una flotta di sicurezza marittima, oltre che per finanziare altre operazioni che coinvolgevano società di cui lo Stato è uno dei principali azionisti.
Nel 2016, il governo ha scambiato parte del debito con un’obbligazione emessa dallo Stato. Poco dopo ha ammesso l’entità del prestito, scatenando una crisi economica in Mozambico. La valuta del Paese ha perso un terzo del suo valore, l’inflazione è aumentata e i donatori stranieri si sono ritirati.
I prestiti erano stati emessi dal Credit Suisse e dalla banca russa Vtb; tre ex banchieri del Credit Suisse si sono dichiarati colpevoli di riciclaggio di denaro negli Stati Uniti. Alla fine dello scorso anno le autorità britanniche hanno multato la banca d’investimento per 178 milioni di dollari per lo scandalo. Alla banca è stato anche ordinato di cancellare 200 milioni di dollari di debiti facenti capo al Mozambico. La multa fa parte di un accordo di 475 milioni di dollari con le autorità di regolamentazione britanniche, svizzere e statunitensi.