Almeno due persone sarebbero morte in Mozambico durante le operazioni di scrutinio dei voti per le elezioni generali di martedì. Lo riferisce la piattaforma di monitoraggio elettorale Sala da Paz, che riunisce diverse ong locali, precisando che i decessi si sono verificati nel distretto di Nacala-Porto e sull’Isola di Mozambico. Secondo i dati della polizia di Nampula, almeno 22 persone sono state arrestate con l’accusa di aver provocato disordini durante il conteggio dei voti nella regione, mentre altri media locali riferiscono di almeno 73 fermi.
Secondo quanto riporta Agenzia Nova, violente proteste si sono tenute nella notte fra martedì e mercoledì e sono tuttora in corso dopo che Sala da Paz ha annunciato, sulla base dei dati preliminari disponibili, la vittoria del presidente uscente Filipe Nyusi con il 72% dei voti. Nessun verdetto ufficiale è ancora stato annunciato.
I sostenitori del partito degli ex ribelli della Resistenza nazionale mozambicana (Renamo) hanno dato alle fiamme sei seggi elettorali nel Niassa, mentre i partiti di opposizione e le organizzazioni della società civile hanno segnalato irregolarità, contestando le informazioni rilasciate dalle autorità elettorali di alcune province, secondo le quali il processo di voto si à svolto in modo «ordinato», come apparentemente è sembrato.
In questo contesto, il Centro per l’integrità pubblica (Cip), un’altra ong di monitoraggio elettorale, ha stimato che il tasso di partecipazione al voto si attesterebbe intorno al 50%. Il Cip ha inoltre ribadito su Twitter che la notte delle elezioni è stata caratterizzata da violenze «diffuse» e in alcuni casi «estreme».
Nella città di Quelimane, per esempio, la polizia ha sparato più volte in aria per disperdere gli elettori che erano in attesa dei risultati, mentre barricate sono state erette a Maputo e pneumatici dati alle fiamme. Per Antonio Mutoa, presidente della Sala da Paz che accusa le autorità elettorali di non aver svolto correttamente il loro lavoro, sono state «le peggiori elezioni che il Mozambico abbia mai avuto».
Un totale di 13 milioni di elettori sono stati chiamati al voto per le elezioni presidenziali, legislative e provinciali che si sono svolte martedì nel Paese lusofono, le seste dall’introduzione del multipartitismo, nel 1994. Un totale di 26 partiti si contendono i seggi dell’Assemblea legislativa e di quelle provinciali prima che, come previsto dalla Costituzione, il partito vincitore venga incaricato di eleggere il capo dello Stato.
In questo contesto, il presidente Filipe Nyusi, in carica dal 2015, corre per un secondo mandato. Quelle di martedì sono inoltre state le prime elezioni generali dall’entrata in vigore della nuova governance, che prevede il decentramento dei principali poteri politici: per la prima volta, infatti, i governatori delle 10 province saranno eletti tra i capilista dei partiti in competizione in ciascuna provincia e non più, come avvenuto finora, nominati dal partito vincitore a livello nazionale. Si tratta di una prova importante per la pace e la stabilità del Paese dopo la firma dell’accordo di pace tra governo e Renamo siglata lo scorso agosto.