Il leader dell’opposizione mozambicana, Venancio Mondlane, ha lanciato un appello per una nuova ondata di proteste in tutte le province del Paese per i prossimi tre giorni a partire da oggi, esortando la popolazione a fare pressione sul partito al governo Frelimo affinché annulli i risultati delle recenti elezioni e indìca nuove consultazioni.
Mondlane, che ufficialmente ha ottenuto il 21% dei voti nei risultati preliminari, ha condannato i risultati elettorali, che hanno visto la vittoria del candidato Frelimo, Daniel Chapo, con il 71% dei voti. Il leader dell’opposizione ha parlato di elezioni fraudolente e ha esortato i suoi sostenitori a scendere in piazza per chiedere giustizia.
Le proteste sono scoppiate in diverse città del Mozambico, portando a scontri violenti tra manifestanti e forze di sicurezza. Fino ad oggi, si segnala che almeno 30 persone hanno perso la vita durante le manifestazioni. La situazione è degenerata ulteriormente giovedì scorso, quando la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni contro i dimostranti nella capitale Maputo, i quali chiedevano una soluzione legittima alla controversia elettorale. Il ministro della Difesa del Mozambico, Cristovao Chume, ha definito gli atti di dissenso come una minaccia al “potere democraticamente costituito”.
Nel frattempo, la credibilità della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Meridionale (Sadc) è messa sotto pressione, con crescenti richieste affinché l’organizzazione risponda in modo adeguato alla situazione. Il presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, che presiede attualmente la Sadc, è stato accusato di ingerenza nelle elezioni regionali, sollevando preoccupazioni riguardo alla neutralità dell’organismo. Gli sviluppi in Mozambico mettono in luce una tendenza più ampia che sta attraversando l’Africa meridionale, dove i partiti dell’era della liberazione, come il Frelimo, continuano con difficoltà a mantenere un equilibrio tra i valori democratici e il controllo del potere. Come nel caso dello Zanu-Pf in Zimbabwe, dell’Anc in Sudafrica e dello Swapo in Namibia, il Frelimo è stato accusato di anteporre l’”ereditarietà della liberazione” alle responsabilità democratiche verso i cittadini.