Venancio Mondlane, leader dell’opposizione mozambicana, è rientrato nel Paese questa mattina dopo un periodo di esilio seguito alle controverse elezioni del 9 ottobre. Le consultazioni, segnate da accuse di brogli, hanno scatenato proteste su larga scala che hanno causato la morte di centinaia di persone. Mondlane, che sostiene che le elezioni siano state manipolate, ha esortato i suoi sostenitori a manifestare in tutto il Mozambico, una nazione dell’Africa meridionale con 35 milioni di abitanti.
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, una forte presenza della polizia antisommossa ha circondato l’aeroporto internazionale di Maputo, dove migliaia di sostenitori si sono riuniti per accoglierlo. Secondo testimoni, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla, mentre cecchini erano posizionati su edifici vicini alla base aerea.
Le proteste, iniziate a ottobre, sono proseguite in modo intermittente per oltre due mesi. Il ritorno di Mondlane rischia ora di alimentare ulteriormente le tensioni. Dati forniti dalla piattaforma civica ‘Plataforma Decide’ indicano che almeno 278 persone sono morte nelle proteste scaturite dopo l’annuncio dei risultati elettorali. Questi hanno confermato la vittoria del partito al governo Frelimo, che guida il Mozambico dal 1975, anno dell’indipendenza dal Portogallo.
I disordini hanno colpito l’economia e il commercio, con gravi interruzioni nei collegamenti con il Sudafrica e una crisi umanitaria che ha spinto molti a cercare rifugio in Malawi ed eSwatini.
A dicembre, la Corte Suprema ha convalidato i risultati elettorali nonostante i numerosi rapporti che denunciavano irregolarità, innescando una nuova ondata di proteste.
Il presidente eletto Daniel Chapo, esponente del Frelimo, presterà giuramento la prossima settimana. La cerimonia potrebbe rappresentare un ulteriore punto di tensione nella crisi politica in corso. Chapo e il partito Frelimo respingono fermamente le accuse di frode.
