di Elena Scalabrin – Centro studi AMIStaDeS
La recente notizia dei successi di un gruppo di volontarie attive contro la violenza sulle donne nel centro del Mozambico offre un ottimo spunto per approfondire la questione della violenza di genere nel Paese. Riconoscendo la situazione drammatica della società mozambicana sul fronte della tutela dei diritti umani, parliamo del segno che ha lasciato questo gruppo e di altre due iniziative altrettanto cruciali, questa volta internazionali, e mettiamo in luce dei segnali positivi, come le tante donne in politica e la legge sulla violenza di genere.
La settimana scorsa Africanews ha riportato in un articolo un episodio positivo di come combattere la violenza contro le donne nelle comunità rurali in Mozambico ed è incoraggiante notare il grande successo che questo progetto per la lotta alla violenza di genere ha ottenuto. È riuscito a ridurre i casi di violenza in dieci anni di attività.
Si tratta di un gruppo di volontarie operanti nel centro del Mozambico che, attraverso principalmente la dissuasione verbale e i programmi di sensibilizzazione, intervengono in favore delle vittime. Nonostante abbiano l’autorità di fermare gli aggressori e arrestarli in attesa dell’arrivo della polizia dal centro più vicino, raramente usano la forza. Dopo dieci anni di attività registrano una media di un caso di violenza al mese. Di fatti, si concentrano di più sull’assistenza alla vittima e meno sul punire l’aggressore. Un traguardo impensabile fino a poco tempo fa è l’esistenza nella prigione comunitaria di una stanza riservata alla vittima, dove possa ricevere cure e denunciare protetta dalla privacy. Considerando che si tratta di un gruppo di volontarie, e che, in quanto tali, affrontano ritrosie da parte degli uomini, un tale cambiamento nel tasso di casi riportati e il cambio di paradigma nella comunità necessario per questo risultato sono un grande segno di speranza.
Del resto, in un Paese dove circa metà della popolazione femminile si sposa prima dei 18 anni, un quinto ha subìto violenza e poche denunciano, è cruciale dialogare e sensibilizzare la società per cambiare la percezione delle donne. La violenza sarebbe giustificata dalla tradizione. In aggiunta, le autorità locali sono poco preparate su questi temi, per cui la maggioranza della popolazione si rivolge ai tribunali.
L’attività delle volontarie è sostenuta dalla ONG locale Lemusica (acronimo del motto che in portoghese significa “Alzati, donna, e segui la tua strada”) che condivide il focus sull’educazione e sulla sensibilizzazione e che gestisce un rifugio per bambine e adolescenti a Chimoio, capitale della regione.
Mozambico, paese svantaggiato
In Mozambico una legge contro la violenza di genere esiste, si tratta della 29 del 2009, ma nelle aree rurali è poco applicata. Questa prevede varie forme di violenza, non solo quella fisica definibile “semplice”. Include: la violenza fisica “grave”, in cui si lede la capacità riproduttiva, di usare il proprio corpo e i sensi, di fare lavoro manuale e intellettuale e si uccide; la violenza morale, con cui si lede l’onore; la violenza psicologica all’interno della relazione; la violenza sessuale; il rapporto sessuale con trasmissione di malattie; la violenza patrimoniale, con cui si ledono beni e animali della vittima e della sua famiglia o ci si appropria di oggetti dell’ex della vittima; la violenza sociale, con cui si vietano i rapporti con altre persone.
È interessante notare che in Italia la “violenza patrimoniale” e la “violenza sociale” non sono reati specifici. Esiste il sequestro di persona, l’omicidio, vari tipi di danneggiamento di beni, reati vari contro animali, ma, a parte casi eccezionali, il vincolo con la violenza di genere è difficile da dimostrare, anche nei casi in cui esiste. Il rapporto sessuale con trasmissione di malattie in Italia è un tabù.
Ciò nonostante, come riporta il País, sebbene il Mozambico veda un buon numero di donne occupare cariche politiche importanti, è uno dei paesi dell’Africa australe in cui le donne soffrono la maggior violenza, anzi ai vertici dei più svantaggiati sotto il punto di vista della tutela dei diritti umani. Non stupisce che la legge non preveda protezioni e reati ad hoc per minori, contravvenendo al diritto internazionale, come riporta Amnesty International. Un altro punto a sfavore è la necessità della denuncia da parte della vittima per intervenire penalmente, un ostacolo pesante se si devono fare i conti con vergogna, paura e pressioni esterne.
Iniziative internazionali
La situazione è così critica che organizzazioni internazionali presenti in Mozambico hanno deciso di mobilitarsi. Citiamo per esempio la campagna M-Health di Medici del mondo, che ha permesso di entrare in contatto in modo anonimo e gratuito tramite un SMS con il centro sanitario da loro gestito a Maputo. Hanno inaugurato le loro attività in Mozambico nel 2000 e si occupano di vari settori ambiti (aiuti in caso di eventi climatici catastrofici, negli ultimi anni prevenzione e cura del Covid-19, riduzione della malnutrizione cronica e altri), ma sono attivi anche nel settore dei diritti sessuali e riproduttivi, in collaborazione con il ministro della salute. Nel 2017 sono riusciti ad ospitare 50 donne nel loro centro di Maputo.
Un altro progetto di portata internazionale attivo in Mozambico per sradicare la violenza di genere è Spotlight, finanziato dall’Unione europea e dall’Onu in ottica di compiere gli impegni degli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 riguardanti la parità di genere, l’autodeterminazione e il contributo delle donne alla società e all’economia.
Il tema è stringente. Nel 2018 la violenza in famiglia è aumentata del 71% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 33 mila casi. Considerando questi dati, l’azione di queste ONG, internazionali e nazionali, anche locali, è fondamentale. Specialmente perché il Covid-19 ha esacerbato le difficoltà quotidiane delle donne vittime di violenza, che di sicuro non sono potute uscire di casa durante il lock down.
Conclusione
In conclusione, le iniziative di dialogo e sensibilizzazione sono positive nell’ottica di sconfiggere la violenza di genere, per vari motivi. Le iniziative locali sono indispensabili, in quanto possono contare sulla conoscenza delle esigenze della popolazione, sull’agilità nell’adattarsi ai cambiamenti e sulla relativa poca organizzazione necessaria per muoversi e coordinarsi. I progetti internazionali, dal canto loro, possono affidarsi ad una rete di sostegno più capillare, su fondi maggiori e sulla competenza. Se riuscissero a coordinarsi e completarsi a vicenda renderebbero ottimale il loro operato.
Detto ciò, non è pensabile che in Mozambico si arrivi ad una sconfitta totale della violenza di genere in pochi decenni, ma i semi sono stati piantati.
Fonti
https://elpais.com/elpais/2018/01/24/planeta_futuro/1516816476_881941.html
https://www.es.amnesty.org/actua/acciones/mozambique-derechos-mujeres-mar14/
https://www.medicosdelmundo.org/que-hacemos/africa/mozambique
https://www.spotlightinitiative.org/