Le autorità sanitarie del Mozambico sostengono che, nonostante il calo dei casi, la malaria colpisce ancora duramente il Paese. Si sono registrati circa sei milioni di casi di paludismo tra il 1 gennaio e il 30 settembre di quest’anno e oltre 800 morti. Le nuove cifre rappresentano una riduzione del 17% rispetto allo scorso anno.
Nonostante ciò, la portavoce del ministero della Sanità del Mozambico, Lidia Chongo Chongo, ha dichiarato che c’è un rischio elevatissimo di contrarre la malaria durante la stagione delle piogge che va da ottobre a marzo.
Con 216 milioni di casi nel mondo e 445.000 decessi, la malaria rimane tutt’oggi la principale causa di mortalità infantile e di infermità in 91 Paesi tropicali. Dal 2010, ingenti investimenti internazionali (circa 2.7 miliardi di dollari all’anno) hanno consentito la distribuzione di centinaia di milioni di terapie basate sull’artemisinina, di kit diagnostici e di zanzariere impregnate di insetticidi portando ad una diminuzione del 18% del tasso di incidenza globale della malaria.
Tuttavia, a partire dal 2014 il tasso di riduzione ha subito un arresto e, in alcuni Paesi, ha addirittura invertito il suo andamento. Oggi, l’80% del peso globale di questa malattia è sostenuto da 15 Paesi, tutti situati nell’Africa sub-sahariana, fatta eccezione per l’India.
I bambini sotto i 5 anni sono particolarmente suscettibili all’infezione e a sviluppare la malattia in forma grave. Oltre il 70% di tutti i decessi per malaria si verificano, infatti, in questa fascia di età di cui oltre l’80% in Africa sub-sahariana. In questa regione solo il 19% dei bambini colpiti da malaria riesce a ricevere un trattamento a base di artemisinina e ogni 2 minuti muore un bambino a causa di questa malattia.