Il Mozambico non pagherà 1,4 miliardi di dollari presi a prestito da banche straniere. Lo ha deciso la Corte costituzionale di Maputo che ha stabilito che il Paese non è tenuto a rimborsarli.
La storica sentenza ha radici profonde. Nel 2016, il Mozambico è sprofondato in una grave crisi economica aggravata dal fardello di due miliardi di dollari di debiti nei confronti di istituzioni bancarie estere. Particolarmente gravosi sono risultati i finanziamenti concessi tra il 2013 e il 2014 dalle filiali di Londra del colosso bancario svizzero Credit Suisse e da quello russo Vtb.
Di fonte a questa mole di debiti, che hanno provocato un crollo della valuta e un default del debito sovrano, la Corte costituzionale, su ricorso della società civile, è intervenuta per verificare se le obbligazioni fossero state contratte secondo le norme di legge. E qui sono emerse irregolarità.
In sede processuale, infatti, è risultato che il debito è stato contratto attraverso operazioni concluse sottobanco, effettuate tenendo all’oscuro sia i cittadini mozambicani che il Fondo monetario internazionale, il quale stava aiutando il Mozambico a pagare il suo debito estero con prestiti di salvataggio.
«Il governo ha agito al di fuori della Costituzione – spiegano i giudici nella loro sentenza -. Ha violato in modo inequivocabile l’articolo che riserva il diritto esclusivo del parlamento alla richiesta o alla concessione dei prestiti». Le organizzazioni della società civile che hanno presentato il ricorso hanno quindi chiesto che il Paese non sia obbligato a rimborsarli. Richiesta accolta dalla Corte costituzionale.
Questi prestiti avrebbero dovuto finanziare una grande fabbrica di tonni e un progetto per garantire la sicurezza marittima. Centinaia di milioni di dollari sono però scomparsi e i progetti non sono mai stati realizzati. Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, almeno 200 milioni di dollari sono stati spesi per tangenti.
Questa sentenza permetterà una progressiva normalizzazione dei rapporti con il Fondo monetario internazionale che, dal 2016, quando è scoppiato lo scandalo dei debiti occulti, ha sospeso ogni tipo di assistenza finanziaria al Paese. Il Fondo ha ora espresso la propria disponibilità ad avviare ad avviare negoziati su un programma di sostegno al Mozambico.