Il nuovo parlamento del Mozambico si è ufficialmente insediato ieri a Maputo, in un clima di forte tensione. La città si è trasformata in una metropoli fantasma a causa delle proteste organizzate dall’opposizione e dello sciopero generale indetto contro i presunti brogli elettorali delle elezioni del 9 ottobre.
Il leader dell’opposizione, Venancio Mondlane, continua a contestare i risultati delle urne e ha guidato la mobilitazione, chiedendo un riconteggio. Una trentina di seggi parlamentari sono rimasti vacanti dopo che i partiti di opposizione Renamo e Mdm hanno boicottato il giuramento. Tra i presenti, però, il partito Podemos, con il parlamentare Ivandro Massingue che ha criticato l’assenza degli altri partiti definendola un atto di “codardia”.
Le strade di Maputo sono state teatro di tensioni, con barricate e pneumatici in fiamme. La polizia è intervenuta utilizzando gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti. “Siamo stanchi di manipolazioni. L’indipendenza inizia oggi”, ha dichiarato un manifestante di nome Osvaldo. La chiusura di molte attività commerciali, temendo saccheggi, ha paralizzato alcune aree della città. Nonostante questo, alcuni cittadini, come il negoziante Selzio, hanno espresso sostegno alle proteste: “Il cambiamento richiede sacrificio”.
Nel suo discorso, il presidente entrante Daniel Chapo ha lanciato un appello all’unità nazionale, mentre la nuova presidente della Camera, Margarida Talapa, ha promesso un parlamento “aperto al dialogo”. Tuttavia, il clima tra i cittadini resta segnato da un diffuso scetticismo verso il governo e le sue promesse, in un contesto di crescenti difficoltà socio-economiche.
Le tensioni politiche e sociali in Mozambico continuano a richiamare l’attenzione internazionale, mentre si attende una risoluzione delle controversie elettorali.