L’organizzazione Medici senza frontiere (Msf) ha chiesto alla casa farmaceutica Moderna di condividere la tecnologia e il know–how del vaccino anti-covid-19 con l’hub di trasferimento tecnologico globale per i vaccini a mRNA sostenuto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con sede in Sudafrica. Secondo Msf, avendo beneficiato di importanti fondi pubblici, che ammontano a quasi dieci miliardi di dollari il contributo del governo statunitense, “Moderna ha l’obbligo morale di concorrere agli sforzi per il conseguimento di una vaccinazione globale e proteggere ogni singola persona dal virus, prevenire lo sviluppo e la trasmissione di nuove varianti e di porre fine a questa pandemia”, si legge in una nota diffusa dall’organizzazione.
Come precisa Msf, Moderna ha reso noti in settimana i profitti del terzo trimestre del 2021 con ricavi per 5 miliardi di dollari a livello globale, che complessivamente ammontano nel 2021 a 11,3 miliardi, con vendite per 18 miliardi di dollari dai vaccini contro il covid–19. Nonostante questo – si legge nel comunicato -, al 9 ottobre 2021, Moderna ha fornito solo un milione di dosi ai Paesi a basso reddito. Meno del 6 per cento della popolazione di questi Paesi hanno ricevuto la prima dose di vaccinazione contro il covid–19. Msf riferisce che ad oggi Moderna non ha consegnato nessuna delle sue dosi al Covax, il programma di approvvigionamento globale che mira ad acquistare e distribuire equamente i vaccini.
“Scegliendo di ignorare le iniziative che tutelano la salute pubblica, Moderna ha dimostrato chiaramente di essere più interessata ad accrescere i profitti che a contribuire agli sforzi globali per salvare vite umane” dichiara Candice Sehoma, responsabile affari umanitari del Sudafrica per la Campagna di Accesso ai farmaci di Msf.
Moderna ha ottenuto in Sudafrica diversi brevetti, con un ampio raggio di copertura sia del vaccino contro il Covid-19 sia di altre tecnologie a mRNA senza per questo aver dovuto registrare il prodotto nel Paese. Questo significa – secondo Msf – che mentre l’azienda non è disposta a rendere il vaccino disponibile in Sudafrica in quantità sufficienti, si sta preparando ad avere brevetti per poterli eventualmente far valere una volta che la pandemia sarà dichiarata finita. “Considerando gli sforzi minimi di Moderna nel contribuire all’equità globale dei vaccini, il recente protocollo di intesa che l’azienda ha siglato con l’Unione Africana per fornire fino a 110 milioni di dosi di vaccino entro il 2022 e aumentare la produzione nel continente africano non possono, in alcun modo, essere considerati sufficienti”, si legge nella nota.
Msf ricorda inoltre che dalla sua istituzione nell’aprile 2021, l’hub per il trasferimento di tecnologie e know-how per la produzione di vaccini in Sudafrica non ha ricevuto alcuna condivisione di tecnologia mRNA da nessuna casa farmaceutica. Pertanto, d’ora in avanti, l’Hub cercherà di sviluppare i propri vaccini. Un passo lodevole, che rappresenta tuttavia un’inutile e ingiustificabile perdita di tempo e sforzi secondo Msf considerando che esistono già vaccini a mRNA contro il covid–19 più avanzati e approvati. “La condivisione di tecnologie a mRNA aumenterebbe la produzione e la fornitura globale di vaccini contro il covid–19, permettendo di salvare vite umane in questa pandemia e in futuro, oltre ad aiutare i Paesi a basso e medio reddito a diventare più autonomi nella loro risposta alle pandemie”, recita il comunicato. Secondo una ricerca di Msf, almeno sette produttori con sede in Paesi africani sono attualmente pronti a produrre vaccini contro il covid–19 a mRNA.
Oltre a chiedere alle case farmaceutiche Pfizer-BioNTech e Moderna di condividere la tecnologia per la messa a punto di vaccini a mRNA, Medici senza frontiere chiede quindi a tutti i governi di supportare economicamente e politicamente l’hub per il trasferimento tecnologico dei vaccini sostenuta dall’Oms. Inoltre Msf chiede ai Paesi in possesso di un quantitativo sufficiente di dosi di vaccino di ridistribuire le dosi in eccesso alla Covax Facility, di supportare la proposta di deroga sui brevetti e altri diritti di proprietà intellettuale esistenti sui prodotti utili a combattere il covid-19 e contemplati dagli accordi TRIPS all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) e di utilizzare tutti gli strumenti legali e politici in loro possesso per aumentare la produzione e diversificare e forniture di strumenti medici contro il covid–19.