Muoiono meno bambini. Ma ne muoiono ancora troppi

di Enrico Casale
unicef

unicefMuoiono sempre meno bambini. E questa è la notizia positiva. Ma ne muoiono ancora troppi. E questa è la notizia negativa. Secondo quanto rivela uno studio condotto dall’Unicef (l’agenzia Onu per l’infanzia), rilanciato dalla rivista medica britannica «The Lancet», in 25 anni la mortalità infantile si è pressoché dimezzata. Se nel 1990 morivano 91 bambini con meno di cinque anni su mille, nel 2015 ne sono morti 43 su mille. Il risultato è indubbiamente importante, ma sotto le aspettative. L’Obiettivo del Millennio relativo al contrasto alla mortalità infantile prevedeva infatti una riduzione di due terzi nell’arco di 25 anni. «Abbiamo ottenuto progressi enormi a livello globale – ha sottolineato Geeta Rao Gupta, vice-direttore dell’Unicef -. I decessi di bambini per cause prevenibili continuano a essere troppi e richiedono uno sforzo doppio rispetto a quanto fatto finora».

I maggiori passi avanti in questo contesto sono stati fatti in Asia orientale, America Latina e Caraibi.  Molti Paesi hanno compiuto grandi progressi tra questi tre Stati africani: Egitto, Eritrea ed Etiopia. Ma è proprio l’Africa, il continente che patisce maggiormente. Nella regione subsahariana, ancora oggi un bambino su dieci muore prima di compiere i cinque anni, un dato 12 volte peggiore rispetto a quello dei paesi industrializzati.

Lo studio è stato diffuso a pochi giorni dalla prevista approvazione da parte dell’Assemblea generale dell’Onu degli Obiettivi di sviluppo sostenibili, un pacchetto di misure che prevede l’impegno a ridurre i casi di mortalità infantile a 25 su mille entro il 2030. Un traguardo ambizioso. Forse troppo.

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