L’ex leggenda del rugby sudafricano e vincitore della Coppa del Mondo 1995, Chester Williams, è morto venerdì a soli 49 anni per un infarto. Il mondo del rugby è sotto shock per la perdita di una vera e propria icona della palla ovale a livello internazionale, come riportato dalla BBC.
Come ricorda il sito Rugby1823, Williams fu il primo giocatore di colore dell’era professionistica sudafricana che venne convocato con la nazionale, i fortissimi Springboks. Proprio per questo, oltre alle sue incredibili doti rugbistiche, Chester divenne un simbolo del Sudafrica post-Apartheid, di un Sudafrica che provava a essere multirazziale. L’ex ala era l’unico giocatore nero nella squadra vincitrice della Coppa del Mondo che che sconfisse i rivali della Nuova Zelanda 15-12 proprio in Sudafrica sotto gli occhi del neo presidente Nelson Mandela 24 anni fa. In quel match la stretta di mano tra Mandela e il leggendario capitano François Pienaar fu uno dei simboli della transizione pacifica del Sudafrica. Quel gesto rappresentò l’accettazione dei bianchi della fine di un’epoca di discriminazioni.
Cresciuto a Magnolia, un sobborgo di Città del Capo, Chester era nipote di Avril Williams, già giocatore di colore in Nazionale in piena era-apartheid. Nei primi anni ottanta subì la perdita del suo migliore amico a opera della repressione poliziesca di uno sciopero studentesco. Appassionato di rugby fin dall’infanzia, tuttavia non fu mai sostenitore degli Springboks, dai quali non si sentiva rappresentato in quanto squadra preclusa ai giocatori non bianchi.
Il suo esordio avvenne il 9 novembre 1993 a Buenos Aires contro l’Argentina, poco più di nove anni dopo l’ultima presenza internazionale di un coloured, Errol Tobias, il primo in assoluto a rappresentare il Sudafrica in un test match. Il debutto fu caratterizzato da una meta, e per tutto il 1994 Williams fu presenza fissa della Nazionale.