di Valentina Giulia Milani
La piaga del bracconaggio è un fenomeno che colpisce diversi Paesi del continente africano, con migliaia di animali uccisi ogni anno per affari illegali e multimiliardari. I governi stanno mettendo in atto sempre più azioni concrete per cercare di contrastare il più possibile questo fenomeno. In Namibia in particolare sono aumentati gli sforzi di conservazione
Nel corso di quest’anno in Namibia sono stati braccati 55 rinoceronti e due elefanti, rispetto ai 44 e agli otto rispettivamente del 2021. Lo ha reso noto ieri il ministro dell’Ambiente, delle Foreste e del Turismo (Meft), Pohamba Shifeta. “Vogliamo garantire che nessun animale selvatico venga ucciso illegalmente nel nostro Paese, sia delle generazioni presenti che di quelle future”, ha detto in occasione della cerimonia di consegna di veicoli e attrezzature per l’applicazione della legge donati dall’Integrated Wildlife protection prect (Wpp).
Quest’anno sono state arrestate 36 persone per casi legati ai rinoceronti e 58 per casi legati agli elefanti, rispetto alle 80 e 98 persone arrestate in casi simili nel 2021, secondo il ministro.
“Le nostre operazioni quotidiane sono state gravemente colpite dal Covid-19 ed è stato estremamente difficile mantenere e gestire attività come la fornitura di acqua alla selvaggina, la prevenzione dei reati contro la fauna selvatica, le ispezioni e l’applicazione della legge, la gestione dei conflitti tra uomo e fauna selvatica, lo sviluppo delle infrastrutture, il coinvolgimento delle comunità rurali e la partecipazione alla gestione della fauna selvatica”, ha dichiarato Shifeta.
E ha aggiunto: “Negli ultimi anni, ci siamo concentrati sulla componente della conservazione che riguarda l’applicazione della legge, nel tentativo di proteggere le risorse naturali del Paese, soprattutto la fauna selvatica, dalla caccia e dal commercio illegale. Sono stati messi in atto diversi approcci per frenare l’assalto a specie come il rinoceronte, l’elefante e il pangolino, particolarmente ricercate dai gruppi di bracconieri per il valore dei loro prodotti”.
Tra questi, il reclutamento di ulteriori funzionari anti-bracconaggio, l’invio di veicoli e la costruzione di campi di pattugliamento in aree critiche. “Abbiamo addestrato ed equipaggiato i Ranger dei servizi di protezione della fauna selvatica (Wps), fornito corsi di formazione 4×4 per i nostri membri del personale del Meft e del Wps e addestrato ed equipaggiato il personale del Meft con lo Strumento di Monitoraggio Spaziale e Reporting, chiamato semplicemente Smart”, ha dichiarato.
Per rafforzare gli sforzi di protezione della fauna selvatica, Shifeta ha detto che è stato aumentato anche il pattugliamento nelle zone più a rischio, soprattutto nei parchi nazionali e nelle aree turistiche.
Quest’anno sono stati sequestrati otto pangolini vivi rispetto ai 21 del 2021, mentre sono state sequestrate 24 pelli di pangolino rispetto alle 66 del 2021, ha aggiunto Shifeta, aggiungendo che quest’anno sono stati arrestati 48 sospetti in relazione a casi legati ai pangolini, rispetto ai 129 del 2021.