1961. A Belgrado si apre il primo vertice dell’organizzazione che intende smarcarsi dalla logica dei blocchi Est-Ovest della Guerra fredda. Tra i 25 Stati rappresentati (oggi sono 120), quelli africani erano: Algeria, Egitto (come Repubblica Araba Unita, confederazione comprendente Siria e Yemen del Nord), Etiopia, Ghana, Guinea, Mali, Marocco, Somalia, Sudan.
«L’anticolonialismo, la distensione, la coesistenza pacifica, il disarmo restavano i punti obbligati della politica dei Paesi non allineati, con una priorità per le sollecitazioni rivolte ai Paesi protagonisti della politica di potenza, nel momento in cui la liberazione dal colonialismo stava per diventare un fenomeno generale. Lo ”spirito di Bandung” era presente soprattutto nell’esaltazione dei nazionalismi dei popoli nuovi, per lo più ”di colore”, della loro cultura e della politica alternativa di cui si facevano portatori; da Belgrado venne un messaggio che riaffermava la necessità di collegare il Terzo Mondo all’Europa e all’America». (Enciclopedia Treccani)